“Altre 4 commissioni, bufera sprechi in regione”. Carlo Picozza su Repubblica

Gli sprechi della Regione Lazio, un pozzo senza fondo. L’ultimo è quello delle commissioni, salite da 16 a 20 grazie al regalino del decreto “Milleproroghe”. Ogni commissione costa 7 milioni (e la Lombardia ne ha 8, con il doppio degli abitanti e qualche centinaio di milioni di euro di deficit in meno). Carlo Picozza vi racconta l’ultimo “record” laziale in un pezzo su Repubblica che vi proponiamo come articolo del giorno.

E via ad altre quattro commissioni. Da sedici a venti. Così ora la Regione ne “vanta” più della Camera che, come il Senato, ne ha cinque in meno. Nelle altre Regioni, in genere, ce ne sono una decina. Otto ne ha la Lombardia, con quasi dieci milioni di abitanti, il doppio di quelli del Lazio che pure ha il debito sanitario più alto d’Italia (dieci miliardi) e un deficit annuo che naviga molto sopra il miliardo. E le commissioni costano: sette milioni all’anno. Allo stipendio da consigliere (10mila euro netti al mese), il presidente “commissario” ne cumula altri mille; 700 i vice. C’è di più: segretari e portaborse (fino a cinque), auto e autisti al seguito, benefit, arredi e impianti per le nuove “sedi”.

Così, ecco le commissioni speciali (di studio) che di speciale hanno solo l’esuberanza imbarazzante degli sprechi: Giochi olimpici 2020 e grandi eventi (presidente, Romolo Del Balzo, Pdl, il consigliere sospeso a dicembre dopo l’arresto per truffa); Prevenzione degli infortuni sul lavoro (Luigi Abate, Lista Polverini); Federalismo fiscale (Marco Di Stefano, Pd); Integrazione sociale e criminalità (Filiberto Zaratti, Sel). Due a destra, due a sinistra. Ma non ci sta Angelo Bonelli (Verdi): “È uno spreco dei soldi dei cittadini ed è scandaloso che a guidare una commissione sia il consigliere Del Balzo”. “Sotto Natale”, ricordano Rocco Berardo e Giuseppe Rossodivita (Radicali), “nell’indifferenza generale, ci siamo battuti per sette ore in aula”. Già, perché la legge istitutiva delle quattro commissioni fu approvata con un blitz; un emendamento a una proposta di legge arenata e utilizzata come “cavallo di Troia” e via ai voti: 45 contro 2. “Ho scoperto di essere stato nominato vicepresidente della commissione Giochi 2020”, denuncia Enzo Foschi (Pd), “dopo aver rifiutato di parteciparvi come consigliere, perché guidata da un collega destituito solo a parole: che vergogna”. Anche Giuseppe Celli (lista civica Cittadini/e), sbatte la porta: “Dietro le commissioni c’è un accordo strisciante tra centrodestra e centrosinistra”.

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