L’appello di Ferruccio De Bortoli alla tregua, “altrimenti meglio votare subito”

Pubblicato il 30 Gennaio 2011 - 15:22 OLTRE 6 MESI FA

Ferruccio De Bortoli chiede una tregua nel conflitto tra le istituzioni dalle colonne del Corriere della Sera. Il direttore del quotidiano di via Solferino riflette sul “degrado della vita pubblica, la grave perdita d’immagine internazionale”, parla di questa Italia avvolta negli scandali e del senso di vergogna o di imbarazzo che si è creato tra la gente.

L’affaire Ruby e le grane giudiziarie per il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi rientrano nell’analisi di De Bortoli, compreso un riferimento chiaro agli attacchi del premier ai magistrati:”Vogliamo essere orgogliosi del nostro Paese e non avere motivi di imbarazzo se non di vergogna. Un’inchiesta della procura milanese a carico del premier scuote le coscienze. Diffidiamo dei tanti che pensano di avere la verità (e la sentenza) in tasca. Siamo garantisti, ma riteniamo che il premier debba andare dai magistrati competenti e chiarire. Ha tutto il diritto di difendersi, anche se sarebbe preferibile che non lo facesse attaccando ogni giorno la magistratura”, scrive De Bortoli.

Fa appello a chi governa perché dia “il buon esempio” proprio in questo momento così delicato dove le istituzioni sono in conflitto. Un conflitto che deve fare preoccupare, secondo De Bortoli, che per rafforzare la sua tesi cita “Jean Monnet, uno dei padri dell’Europa, diceva che «niente è possibile senza gli uomini, ma nulla è durevole senza le istituzioni»”.

E’ un momento delicato e difficile per il Paese e per queste continue lotte quotidiane in politica serve una tregua, spiega il direttore del Corriere che ricostruisce il teatrino di botta e risposta tra gli uomini che guidano l’Italia. “Il premier chiede le dimissioni del presidente della Camera, suo ex alleato, e questi, super partes a Montecitorio, da poco capo di un nuovo partito, rivolge al presidente del Consiglio analoga intimazione. Il ministro degli Esteri, rispondendo a un’interrogazione ammessa, fra le contestazioni, dal presidente del Senato, presenta un dossier con lo scopo di provocare le dimissioni del presidente della Camera su una questione, la nota vicenda della casa di Montecarlo, che continua a incombere su Fini”.

De Bortoli però non manca di bacchettare, oltre a Berlusconi, anche i magistrati “che pensano di potersi sostituire alla volontà popolare nel decidere a chi spetti governare”.

Di certo “due anni così non ce li possiamo permettere. Senza una vera tregua, meglio allora votare subito”, conclude De Bortoli.