Blitzquotidiano vi propone oggi come articolo del giorno quello di Massimo Mucchetti per il Corriere della Sera, il quale analizza la situazione Fiat, in particolar modo spiegando le due incognite di Sergio Marchionne.
Sergio Marchionne promette investimenti in Italia per 20 miliardi, non chiede più rottamazioni e nemmeno prospetta aumenti di capitale. Tutti tranquilli, sindacati moderati, governo e azionisti. La nuova Fiat può farcela da sola, purché abbia fine la lotta di classe. Come ogni semplificazione d’autore, anche quella di Marchionne esercita il suo fascino indiscreto, ma l’economia non è mai così semplice, nemmeno quella aziendale. E nel caso della Fiat, tra progetti e realtà emergono distanze tutte da capire. La New Fiat (Auto, Powertrain, Marelli, Comau, Teksid e altro tra cui la quota Rcs) investirà 19,7 miliardi tra il 2010 e il 2014. Fiat Industrial, la nuova holding che comprenderà Iveco, Chn e relativi motori, altri 6,3. Se, come si dice, il progetto Fabbrica Italia vale 20 miliardi, agli stabilimenti esteri andranno le briciole, benché diano i risultati migliori. Le joint-venture cinesi, russe, serbe, turche, dove si investiranno 3,3 miliardi per produrre 920 mila pezzi, esigeranno da Torino, che porta il know how, solo il 10% della spesa; in ogni caso, non essendo consolidate integralmente, l’onere non si vedrà nel bilancio. […]