Il Sole 24 Ore: “Non solo pessimismo, chi è virtuoso si rafforza”

ROMA – I dati sull’export non sono buoni, per la prima volta dopo mesi mostrano un segno negativo: -2%. Ma secondo Giorgio Barba Navaretti qualcosa di buono c’è:

I dati congiunturali dell’export di settembre, per la prima volta dopo molti mesi mostrano un calo: – 2 percento. Però, qualcosa di buono negli ultimi dati è possibile vederlo. La forza trainante dei conti con l’estero a mio parere non è venuta meno. Perché? Intanto, i dati congiunturali mettono in relazione un mese con un altro e possono soffrire di oscillazioni particolari ristrette a un periodo molto limitato. Nei primi nove mesi dell’anno, o anche nell’ultimo trimestre (luglio-settembre) rispetto a quello precedente l’export è in buona crescita: più 3,5% e più 1,6% rispettivamente. Inoltre, l’aumento è dovuto soprattutto ai prezzi medi dei beni esportati. Significa che le nostre imprese sono riuscite a posizionarsi su segmenti di mercato ad alta qualità dove hanno un buon potere di mercato.

Ma le buone notizie finiscono qui:

Il paese è spaccato in due: a fronte di chi è competitivo, esporta e cresce, ci sono molte aziende che si restringono ed escono dal mercato. Forse è un inevitabile passaggio verso un’economia più sana, ma per ora è doloroso e non è chiaro quante macerie ci saranno sul terreno quando riprenderemo a crescere. In questa fase di persistente calo della domanda interna, di rallentamento nel resto dell’Europa, e con solo qualche timido segnale di ripresa nei Paesi emergenti e negli Usa, anche le imprese migliori iniziano ad avere il fiato corto. Anche per loro, dietro al dato congiunturale negativo sull’export, anche se per ora è di poco conto, si inizia ad intravedere qualche affanno. In questo contesto, dove l’unica cosa di cui abbiamo bisogno è rafforzare il nostro sistema produttivo, davvero sorprende quanto gli interessi di parte in ogni modo si oppongono a riforme vitali, vedi l’ultimo pretestuoso stallo all’accordo sulla produttività.

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