Sole 24 Ore, 15 maggio 2012: cronache dall’orlo del precipizio

Pubblicato il 16 Maggio 2012 - 10:34 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Guido Gentili sul ‘Sole 24 Ore’ racconta la “terribile” giornata del 15 maggio 2012, in un modo che definisce “cronaca dall’orlo del precipizio”. Precipizio perché, scrive, in una stessa giornata l’Abi ha annunciato di voler far causa a Moody’s che ha abbassato il rating di 26 banche; gli imprenditori hanno annunciato che faranno causa allo Stato per recuperare i crediti che le imprese aspettano da circa 9 mesi; la Grecia non ha trovato l’accordo per formare un nuovo governo e tornerà alle elezioni, la sua instabilità politica rischia di portarsi giù tutto il resto d’Europa in un vortice contagioso che investirà prima di tutto i Paesi più deboli, come Spagna e Italia. Da questo punto di vista il viaggio tribolato e “fulminante” in aereo del neo presidente francese Francois Hollande è un po’ il simbolo e l’emblema della situazione “di precipizio” che è costretta ad affrontare l’Europa.

Scrive Gentili: “15 maggio 2012, cronache dall’orlo del precipizio. L’Abi attacca la decisione dell’agenzia Moody’s di tagliare il rating di 26 banche italiane (…) Nelle stesse ore, nel quadro del D-day del mondo delle costruzioni per recuperare i crediti bloccati della Pubblica amministrazione (9 mesi di ritardo medio, con 7552 imprese fallite dall’inizio della crisi e 380mila posti di lavoro persi), l’Associazione dei costruttori edilizi (Ance) annuncia una serie di azioni legali contro lo Stato. (…) 15 maggio 2012, cronache dall’orlo del precipizio. L’Istat comunica che nel primo trimestre 2012 il prodotto interno lordo italiano è diminuito dello 0,8% rispetto ai tre mesi precedenti, il peggior inizio dell’anno dal 2009. E mentre banchieri e imprenditori chiedono giustizia (quella italiana è essa stessa, con i suoi avvilenti ritardi, un fattore primario di crisi e mancata crescita), la Grecia si avvia di nuovo a votare e, probabilmente, a uscire dall’euro e dall’Unione europea. Un avvitamento rapido che apre a scenari di rottura e di incognite senza precedenti. Spagna e Italia tremano, la prospettiva del grande contagio è un tratto di storia possibile“.

La Borsa scende a capofitto – continua la sua analisi – Lo spread tra BTp e Bund tedeschi risale a livelli di allarme rosso, il finanziamento degli Stati sovrani periferici si fa più difficile e costoso. È la “dittatura” che mina le democrazie, come ha già detto il presidente della Consob Giuseppe Vegas, in sintonia con l’Abi che vede nelle agenzie di rating un aggressore geo-strategico? Nervi saldi, viene da rispondere (…) Ma bisogna ricordare che lo spread (e discorso analogo vale per le pur discutibili agenzie di rating) è lo specchio – e non la causa – del rischio percepito da chi investe in titoli di Stato di Paesi considerati in difficoltà. L’Italia lo è il per suo debito pubblico da quasi duemila miliardi accumulato nel corso di decenni che ha necessità di essere finanziato sui mercati, i quali fissano le loro condizioni in termini di prezzo e rendimento. Non è un complotto carico di trame misteriose ma un auto-complotto storico che ci siamo tessuti addosso lasciando correre le spese e allargando a dismisura il perimetro dello Stato. Fatta salva questa premessa, tutto il resto, compreso lo spregiudicato gioco delle “sorelle” del rating, spesso in palese conflitto d’interessi, viene semmai dopo. Molto dopo“.

Nervi saldi – ribadisce Gentili – In Europa e in Italia siamo a un nuovo e forse decisivo tornante della crisi. Con la loro straordinaria forza evocativa, i fulmini che subito dopo l’insediamento all’Eliseo hanno colpito l’aereo del nuovo presidente francese François Hollande in volo per Berlino per l’incontro con la cancelliera tedesca, Angela Merkel, hanno suggellato quest’impressione. Per il successore di Nicolas Sarkozy, che ha vinto le elezioni sull’onda delle critiche all’asse franco-tedesco, non poteva esserci, è proprio il caso di dire, decollo più fulminante e difficile. Da qui a fine giugno, passando per le nuove elezioni in Grecia, quest’Europa che viaggia a diverse velocità in termini di crescita e di produttività, o gioca il secondo tempo della partita iniziata con l’allargamento e la moneta unica o rischia di spiaggiarsi sulle secche della sua autoreferenzialità e del suo incompiuto progetto politico”.