“Se mercato e diplomazia divorziano in Asia”: Giovanni Sabbatucci sul Messaggero

Pubblicato il 21 Maggio 2010 - 15:14 OLTRE 6 MESI FA

Giovanni Sabbatucci sul Messagero, partendo dalla Thailandia analizza la situazione politica dell’area del Sud Est asiatico, una delle aree a più alto tasso di sviluppo del pianeta ma che politicamente si divide fra regimi autoritari o semi-autoritari, dittature comuniste e post-comuniste, democrazie traballanti che la prosperità, peraltro inegualmente distribuita, non è riuscita a rendere stabili:

Le convulsioni violente che agitano in questi giorni la Thailandia fino a ieri indicata come uno dei Paesi più tranquilli e meno autoritari del continente asiatico sono cosa diversa dalla sistematica e ottusa repressione attuata dal regime birmano o dal più sofisticato sistema di controllo di ogni dissidenza praticato in Cina dagli eredi di Deng Xiao-Ping. A Bangkok i dimostranti in camicia rossa si scontrano con l’esercito per riportare al potere un discusso leader populista, deposto dall’establishment politico-militare dopo aver vinto regolari elezioni. Un caso, dunque, molto speciale, da inquadrare, però, in uno scenario generale di democrazia difficile, o limitata, o negata del tutto []”