“La primavera dei Tuareg”: Domenico Quirico su La Stampa

ROMA – In un articolo pubblicato su La Stampa, Domenico Quirico ci parla della violenza tra tuareg e fondamentalisti islamici nella “terra di nessuno” del subcontinente sahariano.

Ho attraversato il confine del “Malistan” e non me ne sono accorto. In un punto c’era una linea invisibile, un uadi o un cespo di capanne, ed era il confine, il pickup l’ha passato come se niente fosse. In ogni confine c’è qualcosa di terribilmente definitivo, una linea e addio. Le ruote ci passano sopra come passerebbero sopra un corpo, anche se fosse un uomo vivo.

Forse avrei dovuto intuirlo: quando gli uomini che erano con me si girarono – il panno dei turbanti stretto attorno al capo, all’altezza del naso – e tirarono fuori la piega della stoffa, sopra gli occhi, come la visiera di un elmo medioevale, lasciando solo una stretta e mobile fessura per gli occhi. Dunque è così, che sarebbe avvenuto, impercettibilmente: sono nell’Azawad.

Una parola cupa, bella e piena di dolore. L’Azawad, «la terra dove c’è pascolo» in tamasheq, la lingua dei nomadi, che il pollice di Dio ha fissato una volta per tutte, al momento della creazione. Il Mali, lo stato e i suoi soldati, sono fuggiti due settimane fa. Ora ci sono i tuareg ribelli, e i salafiti e Al Qaeda, ed è un caos che nessuno comanda. ()

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