ROMA – Blitz quotidiano vi propone oggi due articoli del giorno, quello di Antonio Padellaro per Il Fatto quotidiano, e quello di Luca Telese, sempre per Il Fatto. Argomento è il bing bang di Matteo Renzi, che tanto sta dividendo il Pd. Nel suo articolo dal titolo “Nel frigo di Renzi”, Padellaro scrive:
Cosa c’è nel frigorifero di Matteo Renzi? Le canzoni già sentite, ma che suonano sempre bene (La sinistra troppo conservatrice. Le pensioni che derubano i giovani per garantire i vecchi. I tesori artistici da valorizzare. La casta da ribaltare). Il cambiamento declamato che non costa nulla (volti nuovi, rottamiamo i dinosauri, viva il partito leggero). L’occupazione mediatica a tappeto (davanti a una finta libreria o mentre chatta sull’iPad: profumo di focolare e di modernità). L’occhio fisso in telecamera. La faccia impostata sul tasto: ho 36 anni, sono un bravo ragazzo e mi piacciono le cose che piacciono a voi. Non un trascinatore di folle, ma un tipo svelto a chiamare l’applauso facile (Ah se non ci fosse stato Napolitano). Infine, a guardarlo e a sentirlo, la sensazione netta che gli covi dentro qualcosa come: io sono il Renzi e voi no.
Luca Telese ribadisce lo stesso concetto nel suo articolo dal titolo “Renzismo. Il format di fa partito”:
Comunque vada, i giorni della Leopolda sono stati un terremoto. Una riscrittura della lingua mediatica del centrosinistra, soprattutto del Pd. Uno sparigliamento da riassumere in un nuovo vocabolario, quello che Matteo Renzi (nel bene o nel male) sta imponendo alla politica.
BIG BANG. E’ il momento primo, il principio di un nuovo inizio. Ma anche il turbine che sconquassa il vecchio equilibrio. Il Big Bang di Renzi ha acquisito una forza motrice imponente, anche perché colma un vuoto. Non esisteva, dentro il Pd, un punto di forza protagonista che si stagliasse oltre le correnti. Renzi spara sul quartier generale e non solo: su Bersani, e anche sul suo primo sfidante, Vendola. Ma, soprattutto, Renzi rompe la regola dei “Compagni di scuola” (copyright Andrea Romano) cresciuti a Botteghe Oscure. La regola per cui cane non mangia mai cane, e i peggiori dissidi vanno composti con il patteggiamento fra nemici. Renzi aveva rotto questa regola fin dalle primarie a sindaco. Ora, ripetendo lo schema a livello nazionale, rompe l’unanimismo ipocrita con cui le correnti non hanno mai messo in discussione Bersani pur facendogli la guerra tutti i giorni. Il big bang del Pd rompe il dogma da Politburo per cui può esserci un solo candidato del partito, ed è quello deciso dal partito.
FORMAT Fa una certa impressione notare che la scenografia di un congresso era costruita come quella di un programma televisivo. Accattivante e calda, come quella di un buon programma, “diversa” dall’iconografia tipica della convention di partito, ma terribilmente simile a quella di “Kalispera” di Alfonso Signorini, o di “Cotto e Mangiato” di Benedetta Parodi. La finta casa accogliente è un nuovo prodigio della politica, ma un vecchio trucco del piccolo schermo.