“Spagna, Zapatero sotto tiro”. Guido Rampoldi per Repubblica

Blitz quotidiano propone oggi come articolo del giorno quello di Guido Rampoldi per Repubblica in cui  analizza l’economia spagnola, l’unica in Europa che non è ancora tornata a crescere nel 2010. Un fattore importante e decisivo per il Governo del premier Zapatero è la crisi occupazionale: 4 mila posti di lavoro tagliati al giorno.

In principio fu la Spagna di Aznar, l’Impero che risorge, la Reconquista (dell’America Latina), la Conquista (dell’Iraq), il Sorpasso in corso (sull’Italia), un’economia al galoppo e una classe dirigente così consapevole del proprio slancio che pareva quasi mettersi in posa, come i Grandi di Spagna, e i nani di corte, nei quadri del Velazquez. Caduto Aznar subentrò la Spagna di Zapatero, civica, solidale e non più imperiale, anzi fucina di imprecisate “Alleanze tra Civiltà”, ma sempre due spanne più alta dell’Italia, superata nel prodotto pro-capite del 2008. Però oggi l’esito di due epoche da primato pare la esse di PIGS, acronimo un po’ razzista inventato dagli analisti anglosassoni per raggruppare quelle economie troppo indebitate che starebbero insozzando l’euro con i loro maialeschi deficit (PIGS, in inglese “porcelli”, sta per le iniziali di Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna). Ed è questo che oggi risulta intollerabile agli spagnoli. Non tanto lo scoprirsi fragili dove prima si credevano granitici. Quanto il tornare indietro di vent’anni, di nuovo intruppati in quell’Europa minore che pensavano di aver lasciato per sempre, insieme alle sue povertà e ai suoi affanni. […]

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