Turchia, che confessione. Islamici contro laici kemalisti. Yusuf Kanli su ‘Hurriyet’

«Un membro di spicco del Partito di Giustizia e Sviluppo, l’Akp, ha rilasciato la scorsa settimana una dichiarazione a dir poco imbarazzante: «Il nostro fascismo è il fascismo migliore». Mentre sono evidenti gli sforzi per rappresentare il doloroso consolidamento del potere dell’Akp in Turchia come sostituto dell’oligarchia kemalista con una ‘poli-archia’ o co-abitazione dell’oligarchia kemalista e dell’autocrazia del partito islamico, ci sono esempi lampanti di una crescente voglia di rivincita», scrive Yusuf Kanli sul quotidiano turco Hurriyet in un’analisi che Blitzquotidiano propone come articolo del giorno.

Per l’editorialista il Paese deve fare i conti da un lato con le spinte nazionaliste dei seguaci del padre della patria Ataturk che non vogliono arrendersi al governo guidato da un partito di matrice islamica e difenderanno la matrice laica alla base della Repubblica turca, dall’altro con i seguaci dell’Akp che fanno leva sul desiderio di chi vuole strappare ai laicisti le basi fondanti dello Stato.

«Un esempio – spiega Kanli- è l’amara confessione di un uomo del partito di Giustizia e Sviluppo: ‘La Turchia ha bisogno dell’Akp almeno per altri dieci anni. I membri dell’organizzazione Ergenekon altrimenti si prenderanno una vera rivincita con la gente. Nella loro lista nera ci sono le ragazzine che si coprono il capo, chiunque frequenti le scuole islamiche, chi partecipa al mese di digiuno del Ramadan. Sono tutti nella loro blacklist. Ci hanno schedati per anni, adesso se Dio vuole è arrivato il nostro turno per inserirli nella nostra lista nera. Amici è quello che stiamo cercando di fare. Per grazia di Dio, noi siamo il governo. Qualsiasi cosa da fare, la faremo. Nessuno può decidere nulla se noi non vogliamo».

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