ALEMANNO: ”MALE ASSOLUTO LE LEGGI RAZZIALI, NON IL FASCISMO”

Alemanno4 Le leggi razziali furono un male assoluto, non il fascismo, che fu un fenomeno più complesso. Lo afferma il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, a poche ore dalla visita al museo dell’Olocausto di Gerusalemme, dove si trova in pellegrinaggio con altri esponenti politici italiani. Nel febbraio del 2003 Gianfranco Fini, in procinto di recarsi in Israele, parlò del «fascimo come male assoluto», definizione criticata all’epoca proprio da Alemanno.

«Mi sembrava sbrigativo definirlo il male assoluto», spiega il primo cittadino della capitale. Un’affermazione «eccessiva» e «ingenerosa nei confronti di tanti che avevano aderito a quell’esperienza». Tuttavia, ricorda, «non criticai il viaggio di Fini». «Il fascimo fu un fenomeno più complesso» aggiunge. «Molte persone vi aderirono in buona fede e non mi sento di etichettarle con quella definizione. Il male assoluto sono le leggi razziali volute dal fascismo e che ne determinarono la fine politica e culturale».

Il perché lo precisa subito: «Fu un cedimento al nazismo e al razzismo biologico, che non era nelle corde iniziali del fascimo». In definitiva Alemanno appoggia la quella visita di Fini allo Yad Vashem. «Quella scelta, di dare un segnale così chiaro, è stata giusta. Ha contribuito a creare quella destra democratica che era mancata».

«Le leggi razziali furono emanate dal regime fascista». Lo ha sottolineato il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna, a Milano per la Giornata europea della Cultura Ebraica, a proposito delle dichiarazioni del sindaco di Roma Gianni Alemanno sulle leggio razziale definite «male assoluto». «Le leggi razziali sono state emanate dal regime fascista, convalidate dalla monarchia – ha detto Gattegna – quindi mi sembra difficile separare le due cose: ritengo che quando si tratta di argomenti così importanti è necessario anche essere molto cauti nelle dichiarazioni e più che singole frasi bisognerebbe approfondire la parte storica, gli avvenimenti e insegnare ai giovani questo passato tragico perchè non si ripeta mai più».

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