Bologna: detenuto va in infermeria e gli dicono che non ha niente, torna in cella e muore

Esce dalla sua cella perché ha un dolore al petto, va in infermeria, gli misurano la pressione ma dicono che non ha niente, lo riaccompagnano verso la cella ma a pochi metri dalle sbarre si accascia a terra e muore. Forse di infarto. Accade nel carcere della Dozza, a Bologna, e la “vittima” è un detenuto italiano di 44 anni, in cella per reati di criminalità organizzata.

Discordanti le versioni del Sindacato Autonomo della Polizia Penitenziaria (Sappe) e della direzione del carcere. Secondo il Sappe l’uomo è stato visitato da un medico, mentre secondo la direttrice del carcere Ione Toccafondi sarebbe stato visitato solo da alcuni infermieri che gli hanno misurato la pressione e che non hanno ritenuto opportuno chiamare il dottore, in quel momento al piano inferiore dell’istituto penitenziario.

L’unica cosa sicura quindi per ora è che l’uomo, una volta uscito dall’infermeria, non è riuscito a tornare in cella perché è morto. E solo l’autopsia, disposta dal pm di turno Alessandra Serra, potrà dire il motivo del decesso. Poi le indagini potranno appurare se la morte è stata dovuta a pura fatalità o a un errore di valutazione del personale sanitario interno alla casa circondariale.

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