E’ stato arrestato il romeno ritenuto il responsabile dell’omicidio dell’orefice Francesco Lenzi nel quartiere dell’Axa a Roma. Secondo quanto riferisce il comandante provinciale dei carabinieri Vittorio Tomasone, sono stati individuati anche «alcuni altri malviventi che hanno preso parte attiva all’omicidio».
LA VICENDA – Tomasone che giovedì aveva parlato di un gruppo di 4-6 persone che sarebbero state tra gli autori materiali e i complici dell’omicidio è intervenuto dopo che da Milano era arrivata la svolta nelle indagini. Il pm Antonio Pastore aveva chiesto la convalida dell’arresto con l’accusa di ricettazione del cittadino rumeno arrestato mercoledì a Milano perché in possesso di una valigetta con i gioielli di Francesco Lenzi. Lo straniero, incensurato, non ha saputo fornire agli inquirenti le generalità dell’uomo che gli ha consegnato la valigetta a Roma e non ha detto nè dove nè quando doveva consegnarla. Le sue dichiarazioni vengono valutate attentamente dagli inquirenti. L’uomo si è presentato spontaneamente negli uffici degli oggetti smarriti del capoluogo lombardo dicendo di aver perso una valigetta. Lo straniero ha detto che alla stazione di Bologna era sceso per qualche minuto dal treno che è ripartito all’improvviso. Ha detto di aver ricevuto l’incarico di portare la valigetta a Milano da un connazionale ma di non sapere a chi doveva consegnarla e cosa contenesse. In cambio aveva ricevuto in regalo orologi. Ha detto di non sapere da dove provenissero i gioielli, affermazione ritenuta «plausibile» dagli inquirenti perché l’uomo si è presentato spontaneamente all’ufficio oggetti smarriti. Per gli investigato non avrebbe preso parte all’omicidio. «Questo nuovo elemento – spiegava giovedì il comandante provinciale dei carabinieri, Vittorio Tomasone – ci conferma che bisogna scavare nella vita sregolata del gioielliere. Al momento sono in corso ulteriori accertamenti e stiamo interrogando altre persone».