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IL VATICANO: DIFENDERE VITA E FEDE E TUTELARE LIBERTA’ RELIGIOSA

di admin |10 Dicembre 2008 10:48

La crisi attuale dei diritti dell’uomo è frutto di un’eccessiva predominanza delle strutture economiche sul vero valore dell’uomo, ridotto a oggetto o al massimo considerato solo come consumatore. È questo il severo atto d’accusa pronunciato dal Segretario di Stato Vaticano, cardinale Tarcisio Bertone, dell’atto commemorativo per i 60 anni della dichiarazione dei diritti dell’uomo svoltosi nell’Aula Paolo VI in Vaticano. «Oggi – ha detto il porporato – di fronte ad un preoccupante quadro globale che è anzitutto il riflesso di strutture economiche non rispondenti al valore dell’uomo, i diritti basilari sembrano dipendere da anonimi meccanismi senza controllo e da una visione che si rinchiude nel pragmatismo del momento, dimenticando che la cifra del futuro della famiglia umana è la solidarietà».

E ancora ha aggiunto: «Ci si chiede, allora, se siano le strutture economiche e i loro recenti mutamenti la causa del diniego dei diritti o se non si tratti piuttosto di un abbandono della visione della persona che da soggetto è diventata sempre più un oggetto dell’agire economico, spesso ridotta a rivendicare i soli diritti legati alla sua funzione di consumatore e non di persona». La libertà religiosa, che è una delle importanti conquiste contenute nella Carta dei diritti dell’uomo firmata sessant’anni fa a Parigi, oggi è messa in discussione ed è a rischio a causa di una tendenza sempre più diffusa che vuole escludere la religione dalla costruzione dell’ordine sociale. Si è espresso in questi termini oggi pomeriggio il cardinale Tarcisio Bertone nel corso dell’atto commemorativo per i 60 anni della dichiarazione dei diritti dell’uomo svoltosi nell’Aula Paolo VI in Vaticano. «Un’attenzione particolare la Chiesa sente di doverla rivolgere – ha spiegato il segretario di Stato Vaticano – alla libertà religiosa che la Dichiarazione Universale nel suo articolo 18 ha reso esplicita in significati e limiti, prevedendo altresì i diritti e le situazioni che a tale libertà sono connessi». «È un dato di tutta evidenza – ha aggiunto – che il fatto religioso abbia un’influenza diretta nello svolgersi della vita interna degli Stati e di quella della Comunità internazionale. Questo nonostante si percepiscano sempre di più indicazioni e tendenze che sembrano voler escludere la religione e i diritti ad essa connessi dalla possibilità di concorrere alla costruzione dell’ordine sociale, pur nel pieno rispetto del pluralismo che contraddistingue le società contemporanee».

In questo quadro Bertone ha rilevato che «la libertà religiosa rischia di essere confusa con la sola libertà di culto o comunque interpretata come elemento appartenente alla sfera privata e sempre più sostituita da un imprecisato diritto alla tolleranza. E questo ignorando che la libertà religiosa quale diritto fondamentale segna il superamento della tolleranza religiosa, che era saldamente ancorata ad una visione relativa della verità e ad un individualismo senza limiti». E proprio una «prospettiva internazionale lascia emergere la tendenza a relegare il fatto religioso alla dimensione della cultura o ad accomunarla alle pratiche ed ai saperi tradizionali ai quali non è estranea una visione sincretista, dimenticando che la religione, e le libertà e i diritti ad essa collegati, sono un’esperienza di vita, un indicatore delle aspirazioni più profonde che la persona attraverso il suo agire vuole raggiungere».