IN NEPAL VINCONO I MAOISTI, FINE DELLA MONARCHIA DOPO 238 ANNI

Nepal_commies I maoisti avrebbero ottenuto 61 seggi sui 108 già assegnati. E il trend si annuncia identico in tutte le circoscrizioni. Dalla reincarnazione di Vishnù a un capo comunista che prende a modello Mao e i combattenti rivoluzionari di Sendero Luminoso in Perù. Basta questo per cogliere la portata del mutamento dopo le elezioni di giovedì scorso in Nepal. I primi risultati danno per netta la vittoria del partito guidato dal 52enne Pushpa Kamal Dahal, meglio noto con il nome di battaglia: Prachanda, «Il terribile». «Un successo molto più ampio del previsto », dichiaravano ieri sera gli osservatori. I maoisti avrebbero ottenuto il controllo di almeno 61 seggi dei 108 nei distretti elettorali già scrutinati e sarebbero in testa anche in molti dei restanti.  Altri due partiti importanti, i marxisti-leninisti ed il centrista Congresso Nepalese, non sembra abbiano superato i 16 seggi ciascuno. «Una svolta inaspettata. Sino a pochi giorni fa si pensava che la formazione di Prachanda sarebbe arrivata solo terza. Invece potrebbero persino guadagnare la maggioranza assoluta», ha osservato Lok Raj Baral, ricercatore al Centro di Studi Strategici di Kathmandu. La conseguenza immediata è di portata storica: la fine della monarchia dopo 238 anni di regno incontrastato su di una popolazione che supera i 27 milioni e in una regione-cuscinetto dove oggi più che mai pesano le sfide poste dalla crescita economica e politica di India e Cina. Gli esponenti maoisti sembrano infatti destinati a giocare la parte del leone tra i 601 membri dell’Assemblea costituente che dovrebbe riunirsi a breve.

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