Nuove intercettazioni tra Silvio Berlusconi e l’allora capo di Rai Fiction Agostino Saccà. Nel numero di oggi L’Espresso in un articolo dal titolo “Silvio segreto” svela nuovi stralci che sono agli atti di un’inchiesta della Procura di Napoli. Questa volta entra in gioco anch e Giancarlo Innocenzi, uno dei componenti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Sull’anticipazione è già polemica.
Le telefonate. L’Espresso parte da una serie di intercettazioni in cui il Cavaliere chiede a Saccà di far lavorare Antonella Troise, oppure commenta la nomina di Fabiano Fabiani a consigliere di Viale Mazzini. Ma l’operazione complessiva, sostiene il settimanale, sarebbe quella di dare una spallata al governo Prodi "reclutando" senatori nella maggioranza. E in questa ottica, nell’agosto del 2007, Innocenzi metterebbe in gioco il suo amico Guido De Angelis per far lavorare la moglie del senatore Willer Bordon in una serie prodotta dalla Rai, Incantesimo. Prospettiva fermata per problema di costi da parte di Fabrizio Del Noce, come lascerebbero intendere le telefonate tra De Angelis e lo stesso Saccà.
Vertici Rai La nuova documentazione è stata data alla Rai dalla procura di Napoli ed è all’esame delle strutture dell’Internal Auditing. Il direttore generale di viale Mazzini Claudio Cappon ha detto di attendere il risultato del lavoro che sarà svolto dagli organi che in azienda si occupano di queste vicende. Dopo la chiusura della prima indagine su Saccà il vertice Rai aveva deciso di sospendere la procedura disciplinare a carico del dirigente in attesa della pronuncia del Gup di Napoli e di ulteriore documentazione.
«Sconcio giudiziario» Per uno dei legali di Saccà, Federico Teschini, è uno «sconcio giudiziario» e «un’uscita non casuale. È un ulteriore abuso e una ulteriore violazione del segreto istruttorio cui speriamo che il legislatore sappia porre rimedio con una legge». Tedeschini, che dice di star «pensando anche ad un ricorso al Garante per la privacy», ricorda anche che Saccà «è in attesa di una decisione del giudice del lavoro dopo il nostro ricorso d’urgenza per costringere la Rai a pronunciarsi sul destino dell’ex direttore di Rai Fiction dopo la più lunga internal auditing della storia di viale Mazzini: e mentre il giudice sta decidendo, guarda caso escono queste nuove intercettazioni che potrebbero pesare sul suo giudizio. Non sembra – conclude – un fatto casuale».
«Presenteremo denuncia» Niccolò Ghedini, legale del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha annunciato: «Provvederemo a depositare al più presto una denuncia alla autorità giudiziaria competente auspicando che indaghi a fondo per scoprire chi ha consegnato tali intercettazioni al settimanale».
Bordon querela. Willer Bordon ha smentito tutto, annunciando querele e ricordando che da senatore non fece mai mancare il suo voto a Prodi, ribadendo anche che sua moglie, attrice professionista, «non ha mai lavorato a Incantesimo».
Le reazioni politiche. «È la conferma che Berlusconi ha avuto ragione con le sue denunce», ha commentato Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera, che punta l’indice contro «il partito della crisi e dell’avventura» e parla di «inizio di una torbida operazione i cui obiettivi politici sono quelli di modificare il quadro politico uscito dalle elezioni». Di «sconcertante aggressione al premier» parla il portavoce di Forza Italia Daniele Capezzone, che denuncia «l’assordante silenzio dei garantisti di sinistra». Ottimista il ministro per l’Attuazione del programma Gianfranco Rotondi, convinto che la pubblicazione delle intercettazioni sia in realtà «un favore a Berlusconi». Sul versante dell’opposizione, l’Idv si scaglia contro Berlusconi: è inutile che protesti, dice Antonio Di Pietro, perché è normale che «finisca nel mirino della democrazia chi interviene per chiedere e ottenere favori dalla Rai». Linea opposta è quella dell’Udc. Luca Volontè, deputato centrista, definisce «una vergogna indegna» la pubblicazione delle nuove intercettazioni. E chiede al governo di riprendere il testo del ddl Mastella e varare un decreto, con l’immediato divieto della pubblicazione.