IVA SU TV A PAGAMENTO RESTA AL 20%: BERLUSCONI ATTACCA SINISTRA E GIORNALI

Sky_antenne L’Iva sulle Tv a pagamento resta al 20% . «Non torniamo indietro, nemmeno per sogno». Il premier Berlusconi precisa la posizione del governo sul caso Sky e chiude ad ogni ipotesi di revisione della norma inserita nellla manovra anti-crisi. Nessun dietrofront dunque e nessuna apertura alle proposte del Pd come invece era sembrato dalle dichiarazioni precedenti del premier.

«Io ho detto testualmente – ha spiegato Berlusconi tornando sulle parole pronunciate in mattinata – che se la sinistra fosse seria dovrebbe insistere, per ottenere che per Sky si ritorni alla condizione di privilegio precedente, passare cioè dal 20% al 10% dell’Iva». Ma «l’alternativa – ha proseguito – era di riportare l’Iva di tutti gli audiovisivi, Mediaset compresa, al 10%: quindi Tremonti ha rimediato a un privilegio indebito nei confronti di Sky. Io non c’entravo niente e la sinistra si è appalesata per quella che è».

Dunque indietro non si torna, ribadisce Berlusconi: «Se poi la sinistra insiste è chiaro che siccome io – ha rilevato ironicamente – sono quello del conflitto d’interessi, faccio festa perchè tutte le tv private, provinciali e regionali, e tutti gli audiovisivi, quindi anche Mediaset avranno una riduzione dell’Iva che è quella che ha avuto indebitamente Sky in tutti questi anni». Berlusconi ha ricordato inoltre che «per ordine della Commissione europea, se non ci fosse parità di trattamento tra tutte le imprese audiovisive, nei confronti dell’Italia si aprirebbe una procedura d’infrazione». Ma «se la sinistra insiste a chiedere cambiamenti – ha concluso, di nuovo ironico – io, che sono in conflitto di interessi, ho tutto l’interesse a farlo». Poi l’affondo: «Questa è gente con cui si può parlare? Che si vergognino. Ora spero che gli italiani lo capiscano».

La decisione di allineare l’Iva sulle Tv a pagamento fu presa dal governo Prodi in accordo con la commissione europea, sottolinea poi Silvio Berlusconi, che attacca l’opposizione che ha sollevato il caso sul conflitto di interessi del premier: «Hanno portato avanti una vergognosa campagna contro di me e il conflitto di interessi. È la dimostrazione che questa sinistra non ha alcun ritegno». Poco prima era intervenuto anche Tremonti. Per il ministro dell’Economia «non c’erano alternative» all’aumento dell’Iva su Sky poiché incombe una procedura da parte della Commissione Europea. Tremonti ha sottolineato come la «differenziazione delle aliquote per lo stesso servizio era al di fuori dell’ordinamento della Commissione» e come la questione sia stata fatta oggetto di una procedura d’infrazione da parte della Commissione Ue secondo cui «se hai un servizio, devi avere un’aliquota unica».

Tremonti chiude la polemica: «Il termine per evitare le infrazioni scadeva in questi giorni e noi abbiamo dovuto rispettare l’impegno di allineare le aliquote». «La Commissione ha ritenuto questa asimmetria fuori dal suo ordinamento e il Governo Prodi si era già impegnato ad eliminarla», ha aggiunto il ministro, spiegando che invece di allineare tutto al 10% «noi abbiamo scelto di allineare tutti al 20%». Il ministro ha fatto presente che da un punto di vista personale la sua linea è «toglietemi tutto tranne Sky», aggiungendo: «Ma non c’erano alternative». Tremonti ha osservato di non capire le critiche secondo cui «3 euro sulla carta acquisti sono un’elemosina mentre aggiungere 2 euro all’abbonamento Sky è una rapina». A chi gli chiedeva perché non trovare una aliquota intermedia tra il 10 e il 20%, Tremonti ha risposto: «Non è che si fa la mediazione», aggiungendo: «Se il Parlamento chiede di portare tutto al 10% ne discuteremo ma io preferisco dare i soldi a chi ne ha davvero bisogno».

Silvio Berlusconi e’ tornato oggi a polemizzare con l’opposizione per gli attacchi «strumentali» sul "caso Sky". «Ma che vergogna! Tutti dovrebbero andare a casa: i politici della sinistra e i direttori dei giornali. Se uno è coerente deve cambiare mestiere. Gli italiani lo sappiano. Scusate se parlo così ma questa volta è troppo grossa». Silvio Berlusconi torna a polemizzare con l’opposizione per gli attacchi «strumentali» sul "caso Sky".

«Se fossero coerenti, dovrebbero andare in Parlamento e dire: mettiamo l’Iva al 10% per tutti. Tutti uguali. Ma il fatto è che c’è Mediaset e non lo faranno…». Il premier dice di «capire Sky» ma sottolinea «il rapporto privilegiato tra l’azienda e la sinistra». Berlusconi punta il dito anche contro i giornali «che mi hanno attaccato in modo indegno». Il Cavaliere tira in ballo "La Stampa" e anche le vignette del "Corriere": «Ma che vergogna! Tutti dovrebbero andare a casa». «Dovrebbero smettere di fare politica e andare a casa, ma si rimangeranno tutto.

«Questa – aggiunge il presidente del Consiglio – è la sinistra della vergogna, sinistra che si deve nascondere, sinistra che deve andare a casa. Gli italiani lo sappiano». Berlusconi torna ancora una volta sul piano anti-crisi e sugli attacchi della sinistra riguardo alla decisione di aumentare l’Iva al 20% per le pay-tv: «Dovrebbero avere rispetto per se stessi e fare un altro mestiere. Se uno è un uomo che si guarda allo specchio, dovrebbe cambiare mestiere. Parlo di direttori e politici. E poi dicono che è Silvio Berlusconi ad avere un conflitto d’interesse…». Il Presidente del Consiglio pronuncia più volte la parola «vergogna» e se la prende anche con i giornali: «Ho visto che "La Stampa" ha titolato "Berlusconi contro Sky". Ho visto le vignette del "Corriere"… Che vergogna».

«Lo scomposto attacco dell’on. Berlusconi ai direttori del "Corriere" e de "La Stampa" è l’ennesima prova che il Presidente del Consiglio non ha alcun rispetto per l’autonomia dell’informazione», afferma una nota della Federazione Nazionale della Stampa Italiaan a firma del presidente Roberto Natale, per il quale «non si può ignorare la serie sempre più fitta di attacchi che Berlusconi sta portando all’informazione, sia televisiva sia stampata, che ha evidentemente la "colpa" di non assecondarlo a sufficienza in una rappresentazione edulcorata e forzatamente ottimistica della situazione italiana». «Grande preoccupazione» è espressa da Natale anche per il fatto che, «secondo quanto prevede la legge Gasparri, Berlusconi potrà entrare fra appena due anni nella proprietà dei maggiori quotidiani italiani». «È necessario ribadire – conclude il presidente della Fnsi – che a noi giornalisti spetta il diritto-dovere di raccontare la realtà del Paese. Il Presidente del Consiglio se ne deve fare una ragione».

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