PILLOLA ABORTIVA, IL VATICANO: ”NON E’ UN FARMACO INNOCENTE PER LA SALUTE”

Pubblicato il 15 Dicembre 2008 - 16:31 OLTRE 6 MESI FA

Pillola_ru486 Sulla questione dell’introduzione in Italia della pillola abortiva arriva nuovamente il parere del Vaticano. La Chiesa cattolica comprende il dramma di una ragazza che suo malgrado si trova incinta, ma condanna l’aborto in qualsiasi forma esso venga praticato, perché si uccide un essere innocente: lo afferma il cardinale Javier Lozano Barragan, "ministro" del Vaticano per la Salute, che, in vista dell’introduzione in Italia della pillola abortiva Ru486, sottolinea, inoltre, che non si tratta di un farmaco "innocente" per la salute delle donne.

IL PARERE – «Per un verso si capisce molto bene la situazione ingombrante e imbarazzante di una ragazza che suo malgrado si trova incinta», afferma il presidente del Pontificio consiglio per la Pastorale della salute .

«Non è che non comprendiamo il problema. Così come comprendiamo cosa significa avere un figlio fuori dal matrimonio e tutte le difficoltà in cui si possono trovare le persone in questi casi. Sono drammi. Ma c’è anche una gerarchia dei drammi e il dramma maggiore è la morte, tanto più se inflitta ad una persona innocente come un figlio che deve nascere. Per questo motivo dobbiamo sempre dire, in modo forte e delicato al tempo stesso, che la vita viene prima di tutto il resto. L’aborto è uccidere, togliere la vita una persona innocente, perché, anche se nei primi momenti della sua esistenza, l’embrione è un essere umano con tutti i diritti». La Ru486, più specificamente, rientra tra i farmaci che «non sono tanto innocenti per la salute delle donne che li assumono», afferma il cardinale Barragan.

L’ITER – L’Aifa (lAagenzia italiana del farmaco) ha annunciato che entro la fine dell’anno questa pillola abortiva dovrebbe entrare in commercio in Italia e il sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella, denuncia che varie donne sono già morte per avere assunto questo farmaco. «Ad ogni modo l’aborto è sempre aborto, a casa o in clinica», afferma il porporato. La condanna della Ru486 è stato, peraltro, ribadito nel recente documento vaticano "Dignitas personae", un’istruzione della Congregazione per la dottrina della fede vincolante per i fedeli cattolici. Anche la "pillola del giorno dopo", peraltro, viene bocciata dall’ex Sant’Uffizio per la sua "intenzionalità abortiva". «Il nocciolo di quel documento – spiega ora Barragan – non è un indicare ricettario morale o un tentativo di moralizzazione, ma ribadire che la vita è un dono d’amore che Dio vuole che si generi dove c’è amore, cioè all’interno del matrimonio unico e indissolubile».

MELONI – Ma non è solo il Vaticano a discutere dell’introduzione della pillola abortiva. Sulla questione ritornano anche i membri del governo. «La prossima somministrazione della pillola Ru486 in Italia impone a tutti il dovere di informare correttamente le donne italiane che intenderanno farne uso»: l’esortazione è del ministro della Gioventù, Giorgia Meloni. Il ministro sottolinea che si tratta «di un farmaco potenzialmente pericoloso per la loro salute, la cui vendita è stata autorizzata dall’agenzia farmaceutica in virtù di un accettabile rapporto costi-benefici purché il suo impiego sia coerente con la legge 194 e purché sia previsto esclusivamente in ambito ospedaliero. Ciò vuol dire che si è ritenuto questo farmaco non più pericoloso della tecnica normalmente usata per gli aborti, ma sempre di aborto si tratta». Per questo la Meloni si appella alle «ragazze italiane»: «Non considerate la pillola Ru486 un anticoncezionale – avverte – perché non lo è».

UDC – Non mancano però proprio le critiche rivolte all’esecutivo da parte dell’opposizione. «Siamo profondamente delusi – sottolinea il deputato Udc Luca Volontè, riferendosi al ministro della Salute Maurizio Sacconi e al sottosegretario Eugenia Roccella – dall’incomprensibile inerzia del governo nei confronti della Ru486. Dopo sette mesi non solo l’esecutivo non è stato in grado di impedire l’introduzione della pillola abortiva ma anche la sospensione delle linee guida sulla legge 40 e i nuovi regolamenti per una più corretta applicazione della 194 sono rimasti lettera morta».