“Candeggiamo Samir”: l’ultimo coro di certa Italia razzista

Hanno gridato “Candeggiamo Samir”: non gli piaceva evidentemente il colore della pelle di Samir, una ragazza nera, seduta in un bar del centro di treviso sabato sera, come tanti suoi coetanei.  Ma il suo sabato sera, Samir se l’è visto rovinare dalle urla e dagli insulti razzisti di un gruppo di ragazzi dell’estrema destra, una trentina di giovani della curva, secondo il racconto degli avventori del locale.

Con quelle parole, “candeggiamo Samir” le hanno intonato un coro da stadio, con  lo stesso gergo usato durante le partite all’indirizzo di giocatori di colore come Vieirà o Kallon. L’hanno costretta a lasciare il locale, insieme ai suoi amici, senza che nessuno intervenisse in sua difesa.

Non hanno detto o fatto nulla nemmeno i gestori, che anzi,  minimizzano, dicendo di “non ricordare”  cori razzisti e neppure la presenza della ragazza nera. “C’e’ stata più confusione del solito ma nulla di male, si è limitato a dire, altrimenti sarei intervenuto”.

Sole, a denunciare il fatto al giornale locale La Tribuna di Treviso, le lettere e le telefonate di alcuni giovani che raccontano di aver assistito alla scena. Resta l’amarezza, e quelle svastiche sui muri del centro di Treviso lasciate dai razzisti.

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