ROMA – Una cacciata collettiva. Una riunione fiume del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e vedere chi cacciare e chi no. Una sorta di espulsione di massa insomma. Come fare è presto detto. Entro il fine settimana tutti i deputati dovranno rendicontare quel che hanno speso dei loro stipendi, tenersi 5mila euro lordi di indennità (che ammonterebbero a circa 3200 netti), farsi fare un “cedolino- ombra” dal commercialista prescelto dal gruppo e restituire la parte dei rimborsi non spesa per esercitare il mandato.
“A quel punto i dissidenti verranno fuori”, dice a Repubblica un deputato, certo che si tratti di una “questione di soldi”. Ma c’è un’altra arma, nel caso in cui lo spettro della rendicontazione e degli scontrini controllati uno a uno non bastasse. Un dossier sulle uscite contrarie “all’etica del Movimento”. “Abbiamo raccolto le interviste di tutti quelli che negli ultimi giorni, nonostante avessimo chiesto in assemblea di non farlo, hanno continuato a rilasciare dichiarazioni non sulle cose di cui si stanno occupando, ma sul Movimento e i suoi presunti problemi. Presto le tireremo fuori”.
Repubblica scrive:
Sotto osservazione sono in tanti. Il più arrabbiato per come sono andate le cose all’assemblea – era Tommaso Currò. Un fiume in piena perfino alla buvette: “Vogliono cacciarci in massa? Sono metodi che mi ricordano il fascismo, e l’ho detto in tempi non sospetti, che continuando così è lì che si arriva. Alla riunione è prevalsa la logica del branco: è facile, quando sei nel branco, sbranare una persona squisita, splendida, come Adele. L’ho chiesto: metteteci la faccia, il voto sia nominale. Non hanno avuto il coraggio, così come non hanno voluto lo streaming, né che io filmassi chi alzava la mano per mandarla via”.Alessio Tacconi è più cauto, ma certo che “siamo entrati tutti lì sapendo quel che avremmo votato. Ora dicono che se lei fosse rimasta le cose sarebbero potute andare meglio, ma non è così. Era tutto deciso”. Adriano Zaccagnini, silenzioso da giorni, dice solo che è “una cosa tristissima. Comincia il walzer delle espulsioni. Sono usciti fuori gli istinti più animali”. E il senatore Lorenzo Battista si limita a una battuta: “Rischiamo di sembrare il Grande Fratello, ogni settimana una nomination”.
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