ROMA – Il Maalox non basta, bisogna sorridere di più. Gianroberto Casaleggio ha analizzato le cause della sconfitta del Movimento 5 Stelle alle europee e amministrative e ha trovato i colpevoli: le urla (di Beppe Grillo ovviamente) e il livore.
Quindi per M5s un cambio di rotta in arrivo: toni più bassi e sorrisi. Beppe Grillo, del resto, ha già cominciato. Il video consegnato il 26 maggio al suo blog, spiega Marco Imarisio sul Corriere della Sera, sarebbe già un prodotto del nuovo corso. Che poi è un “corso vecchissimo”, quello dei primi anni ’90 quando Grillo riempiva i teatri alternando denunce a battute.
Il Maalox, insomma, sarebbe l’inizio di una nuova strategia politica. Grillo e Casaleggio si sono incontrati ieri a Milano. Prima di entrare Grillo era amareggiato e arrabbiato. Certo, c’era stato l’episodio della “pugnalata al cuore” mimata uscendo dalla sua casa di Genova ma all’arrivo a Milano i toni erano ancora cupi:
“Se mi aspettavo di più? Voi guardate sempre a noi, alle nostre speranze. Ma sono gli italiani ad avere aspettative allucinanti nei nostri confronti. La gente che ci vota deve capire che non si può cambiare il Paese in un tempo così breve”
Scrive Imarisio che l’incontro Grillo-Casaleggio è stata una vera e propria “sessione di autocoscienza”:
La sessione di autocoscienza verteva soprattutto sulla percezione che gli italiani hanno di M5S. L’emorragia di voti è lì a dimostrare come la consueta maratona di piazza, condotta in solitaria, non abbia portato vantaggi, anzi. Il premio di consolazione che avrebbe potuto addolcire un bilancio complessivo amaro come il fiele è evaporato all’ora di pranzo. I vertici di M5S avevano buone sensazioni e sondaggi ancora migliori sull’esito delle elezioni regionali, soprattutto quelle abruzzesi, dove il vento sembrava spirare a favore del movimento e della sua candidata. Anche Grillo, dopo il comizio di cinque giorni fa a Pescara, era tornato a casa convinto del colpaccio. La carta segreta era quella. Non è andata male, è andata peggio. Casaleggio si è detto sicuro che il problema non risieda nei contenuti, ma dei toni con cui vengono declinati. Troppa rabbia, troppa aggressività, producono reazione indesiderate, come l’assuefazione, e la fuga di massa verso lidi più rassicuranti. «Io sono così» ha detto Grillo. «Non posso parlare in modo diverso».
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