ROMA – Luigi Preiti mandato dalla ‘Ndrangheta per far incolpare il Movimento 5 Stelle? Claudio Messora, responsabile della comunicazione del Movimento 5 Stelle, riporta sul suo sito, Byoblu, l’intervista di un pentito che sostiene questa tesi. Luigi Preiti è l’uomo che ha sparato davanti a Palazzo Chigi nel giorno del giuramento del governo Letta, ferendo alcuni carabinieri che erano di turno. Ecco cosa scrive Messora su Facebook: “Secondo le rivelazioni rilasciate in esclusiva per Byoblu.com dal collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura, Preiti avrebbe sparato chiaramente per ordine della ‘ndrangheta, per danneggiare il Movimento 5 Stelle o addirittura per cercare di aprire una trattativa”.
Bonaventura è stato intervistato da Valerio Valentini. I concetti chiave sono: Preiti farebbe parte di una famiglia vicina alla ‘Ndrangheta, l’azione sarebbe stata studiata ad hoc per far ricadere la colpa su M5s (movimento che per sua natura si propone come anti-casta e spesso tacciato di fomentare la violenza).
Ecco alcuni passaggi che illustrano meglio quello che Messora vuole dire nel post:
“Il punto è che quando hai vissuto in una determinata mentalità criminale fin dalla nascita, quando hai sparato e ordinato di sparare, quando hai avuto a che fare per anni con dei corpi riservati e azioni del genere le hai pianificate ed eseguite, certe anomalie ti risultano più evidenti. Le annusi subito”.
Corpi riservati?
“La ‘ndrangheta se ne serve moltissimo. Sono criminali non necessariamente affiliati o organici all’organizzazione. Persone che possono essere reclutate all’occorrenza per commettere attentati, e che di solito sono pronti a morire nel corso di queste missioni. Persone spesso disperate, ma molto preparate. Dei kamikaze, insomma. Ecco, a me Preiti sembra rispondere perfettamente a questo identikit. E di certo le sue origini potrebbero essere un’ulteriore conferma di questa teoria”.
E perché?
Innanzitutto, so per certo che la famiglia Preiti è vicino ad ambienti legati alla ‘ndrangheta. E poi non dimentichiamoci che a Rosarno c’è da sempre una situazione un po’ particolare.
Si spieghi meglio.
Da sempre a Rosarno ci sono dei clan molto propensi a ricorrere alla violenza e ad atti eclatanti. Clan che agiscono spesso autonomamente, senza il consenso di tutta l’organizzazione. Diciamo che non sono stati molto inquadrati. Però stavolta la cosa sembra diversa, e non a caso Preiti non è partito dalla stazione di Rosarno, ma da quella di Gioia Tauro.
Un attentato politico, quindi?
Be’, certamente dei risultati li ha ottenuti subito, visto che molti giornali hanno immediatamente collegato quell’atto col clima di odio fomentato ad arte da un certo movimentismo politico. Ma preferisco comunque non entrare direttamente in questi risvolti.
Dopo qualche ora Messora ha preso le distanze: ”E’ errato attribuire a me le dichiarazioni di Bonaventura, che si assume la responsabilità della sua analisi”. ”Apprendo che mi viene attribuita la paternità delle dichiarazioni di Bonaventura. Le dichiarazioni cui si fa riferimento sono parte, in realtà, di un’intervista nella quale Luigi Bonaventura, ex boss della ‘ndrangheta crotonese oggi pentito, esamina le modalità con le quali si è svolto l’attentato e da’ la sua interpretazione degli elementi fattuali emersi. L’intervista e l’articolo, pubblicati su byoblu.com, sono peraltro stati realizzati da Valerio Valentini, giornalista freelance, che da anni scrive sul mio blog in maniera autonoma e indipendente, come tanti altri autori (il cui nome e’ sempre chiaramente indicato in cima ad ogni post). E’ dunque errato attribuire a me le dichiarazioni di Bonaventura, che non solo ovviamente si assume la responsabilità della sua analisi, ma che ha addirittura affidato le sue rivelazioni a un giornalista terzo, il quale ha pubblicato in piena autonomia e indipendenza il suo articolo su www.byoblu.com, che tra l’altro non è in alcun modo un canale ufficiale legato al Movimento 5 Stelle, ma è il blog di un privato, di un cittadino”.