ROMA – Beppe Grillo dice no a tutto. No a un governo presieduto da Pier Luigi Bersani. No a un governo guidato da una figura di garanzia come Pietro Grasso. No ad un governo guidato, come dice il leader dei Cinque Stelle, da qualsiasi “foglia di fico”, insomma da qualsiasi persona che di facciata copra poco e male i partiti. Il solo sì che Beppe Grillo dice a Giorgio Napolitano è un sì a Beppe Grillo e a un governo dei Cinque Stelle. Un “monocolore” si direbbe attingendo a un vocabolario da prima Repubblica.
Quanto ai nomi, Grillo e i due portavoce Vito Crimi e Roberta Lombardi non ne fanno. Neppure quello di un possibile premier. Nelle ultime ore era gettonato quello dell’economista Alberto Bagnai, noto soprattutto per le posizioni scettiche sull’Euro.
In subordine, ma solo qualora Napolitano non accetti di dare a Grillo le chiavi del Paese, il Movimento Cinque Stelle chiede “in quanto opposizione” la presidenza del Copasir e la commissione di vigilanza Rai.
Fin qua la politica propriamente detta. Poi, per mantenere il “tono” delle dichiarazioni di questi ultimi giorni, Grillo e i suoi hanno commentato l’incontro con Napolitano. Ci ha pensato Crimi, con una gaffe che lo ha costretto alle scuse qualche ora dopo, a ricordare come Grillo, tra i tanti epiteti, abbia chiamato Napolitano Morfeo. “Grillo lo ha tenuto abbastanza sveglio” ha commentato il capogruppo. Immediate le proteste del presidente dei senatori del Pd Luigi Zanda per quella che giudica una mancanza di rispetto al presidente della Repubblica. Il portavoce di Napolitano Pasquale Cascella, però, parla di segnali di “disgelo”: “Grillo ha promesso al presidente: non la chiamerò più Morfeo”.
La precisazione e le scuse di Crimi.
“Sto ricevendo tante segnalazioni in merito al fatto che avrei offeso il Capo dello Stato per una mia frase estrapolata dalla diretta streaming di una riunione in cui raccontavo esito dei colloqui. Ho ribadito più volte che si sono svolti cordialmente e che il Presidente è stato attento a quanto da noi enunciato e ho fatto riferimento a quanto detto dallo stesso Beppe amichevolmente direttamente al Presidente, che dopo averlo conosciuto non utilizzerà più appellativo di Morfeo.
Non era mia intenzione offendere il Presidente e ho già chiamato il Quirinale per chiarire onde evitare che si danneggi l’immagine del movimento per una mia frase estrapolata dal contesto. Ricordo che le nostre riunioni si svolgono in diretta streaming e nel corso di esse si parla liberamente, senza discorsi preparati e preconfezionati o artefatti e può capitare di dire qualcosa che risulti infelice come esposizione… Questa è comunque trasparenza, come la si.voglia mettere. Le mie scuse al Presidente qualora abbia inteso le mie parole come offensive… E spero che i giornali trovino cose più importanti di cui parlare che vivisezionare ogni nostra parola”.
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