ROMA – “In Parlamento siedono 150 abusivi” di Pd, Sel, Cd e Svp. “Questi signori non devono più entrare: non hanno alcuna legittimità. Devono essere fermati all’ingresso di Montecitorio”. Così Beppe Grillo, dopo aver aperto la caccia ai giornalisti, sbarra l’ingresso della Camera ai 150 parlamentari eletti con una legge elettorale, nota come “Porcellum”, che è stata dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale.
Di conseguenza, questa è la tesi sostenuta sia dai giornali berlusconiani che da Grillo, quei deputati eletti con il premio di maggioranza che non c’è più, si devono considerare decaduti. L’intento è chiaro: “Senza di loro il governo Letta-Napolitano non esiste più. Bisogna andare al voto al più presto”.
Beppe Grillo, noncurante dei richiami del premier Enrico Letta a fermare certe derive delegittimazioniste, dal suo pulpito-blog ha dato il via ad una vera e propria campagna contro la convalida dell’elezione di “150 abusivi eletti” alla Camera
“grazie al premio di maggioranza del Porcellum. La loro elezione non è mai stata convalidata e, in seguito alla pronuncia della Consulta che dichiara incostituzionale il premio di maggioranza, non può più esserlo. Questi signori non devono più entrare in Parlamento: non hanno alcuna legittimità popolare né istituzionale”
In calce al post, il leader Cinque Stelle riporta l’elenco dei nomi dei 150 deputati, che sono tutti della coalizione di centrosinistra (Pd, Sel, Centro democratico e Svp). E in un fotomontaggio, Grillo mostra i volti di nove “abusivi”: c’è Roberto Giachetti (Pd), vicepresidente della Camera, che forse più di tutti e fin dalla scorsa legislatura si è speso per cambiare la legge elettorale, disposto persino a ritornare al Mattarellum in via precauzionale.
Gli altri identikit foto-montati da Grillo sono quelli di Ermete Realacci (Pd), presidente della commissione Ambiente, Bruno Tabacci (Cd), presidente della commissione parlamentare per la semplificazione, Ivan Scalfarotto (Pd), Sandro Gozi (Pd), Maria Elena Boschi (Pd), Celeste Costantino (Sel), Daniele Farina (Sel), Giuditta Pini (Pd).
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