ROMA – M5S. Astensione attiva: non opporsi alle schifezze perché vengano votate dagli altri. Se la Camera ha votato sì alla responsabilità civile dei magistrati (cioè se sbagliano pagano) lo deve non solo alla fronda “garantista” Pd ma anche a quella che i 5 Stelle chiamano “astensione attiva”. Per capirci, di fronte all’alternativa secca ti piace o non ti piace, M5S in aula ha scelto invece di sospendere la decisione astenendosi. Da che parte stanno? Come si ricava dal blog di Beppe Grillo, sono fermamente contrari:
L’emendamento (quello della Lega, ndr.) approvato è molto pericoloso per il sistema. La ragione risiede nel fatto che mette un’arma carica nelle mani delle grandi lobby, quali banche e assicurazioni che hanno la possibilità, attraverso il risarcimento diretto, di minacciare i giudici per la loro attività quotidiana.
Chiaro, limpido: ma allora perché non votare contro? Perché, astenendosi, M5S pretende di smascherare la cattiva coscienza degli avversari, in questo caso il Pd, mettendone a nudo le contraddizioni nascoste dietro il voto segreto. La “terza via” grillina rivelerebbe l’inciucio delle larghe intese organizzato ai danni dei giudici: si chiama “astensione attiva”, nuova categoria politica rivendicata con orgoglio dallo stesso Grillo (“Una via scelta in maniera consapevole e compatta da tutti i nostri parlamentari”).
Non comprendendone appieno la sottigliezza politica, potremmo dire che di fronte al magistrato bastonato dal Pd, l’amico 5 Stelle non interviene, non chiama la Polizia, ma aspetta che il lavoro sia compiuto per poter mostrare al mondo di chi è la colpa. Michele Serra di Repubblica non ha bisogno di dar fondo alla sua ironia per decrittare la posizione grillina e il surplus, davvero inedito, di astuzia e cinismo politichese. Gli basta mettere in fila due ragionamenti:
Si sa che la politica è una disciplina complicata: vedi le celebri “convergenze parallele”, immortale ossimoro moroteo. Da ieri, a complicarla un po’ di più, abbiamo anche l’“astensione attiva”. Funziona così: ti astieni nella speranza che venga approvata una legge che ritieni disgustosa; ma della cui approvazione sarà poi possibile accusare altri […] Morale della favola: ci si può astenere su una legge considerata pessima per il Paese, qualora si possa poi lucrare politicamente sul risultato dandone la colpa ad altri. Una volta questo si chiamava: politicantismo. Il bello dei grillini è l’ingenuità. La conservino, votando sì alle cose che gli piacciono, no alle cose che non gli piacciono, senza fare i furbi come nuovi morotei. (Michele Serra, L’Amaca – Repubblica)
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