ROMA – L’assemblea in streaming per l’espulsione dei quatto senatori dissidenti del Movimento 5 Stelle è stata un vero psicodramma. Con storie di spionaggio e accuse infamanti. Tanto che a un certo punto Francesco Campanella, uno dei quattro espulsi arriva a parlare di “macchina del fango” e punta il dito contro l’ex capogruppo al Senato, Nicola Morra. Lo riporta Alessandro Trocino sul Corriere della Sera:
Arriva Morra e allude a Francesco Campanella, uno della banda dei quattro: “Spammavano questo logo del movimento liberi attivisti”. Campanella smentisce. Nello screenshot di Facebook che dimostra il presunto tradimento, Campanella parla, scherzando, di Movimento 6 Stelle. Il logo è un tarocco di un amico di Campanella: “Basta questo per lanciare la macchina del fango?”, si chiede il senatore espulso.
Storie di spionaggio e “familismo amorale”, racconta ancora il Corriere. Fabrizio Bocchino, un altro degli espulri racconta:
del fantomatico meetup palermitano citato da Grillo: «Erano in 12, hanno preso le chiavi del sito e mi hanno sfiduciato. E sa chi c’erano tra i 12? Il marito e il fratello di Loredana Lupo e il compagno di Chiara De Benedetto. Tutta una bella famigliuola. Hanno anche cancellato il comunicato di 35 che erano a mio favore”. La democrazia diretta, l’utopia della Rete salvifica, tutto frantumato da una banale password.
Tra gli indignati, ma non dissidenti, c’è anche Mario Giarrusso. Nelle mozioni del Movimento per chiedere le dimissioni di due ministri, c’era anche la sua firma: “Ma è stata falsificata, è gravissimo”. Chi è stato? Molti puntano il dito contro il capogruppo Maurizio Santangelo e ne chiedono le dimissioni.
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