ROMA – Se ci sarà scissione del Movimento 5 Stelle sarà ”un tradimento del mandato elettorale, come quei due che sono passati al gruppo misto”. Lo dice al Corriere della Sera Luigi Di Maio (M5S), vicepresidente della Camera. All’assemblea di lunedì per discutere del caso Gambaro, spiega, ”ci sarà una prova di lealtà. Bisogna capire chi è leale al Movimento e chi no. Lunedì scorso ci siamo presi un impegno di discutere i problemi all’interno e non con la stampa. Poi, il giorno successivo scoppia un caso che il giorno prima ci eravamo detti di evitare. Non si può pensare di prestare il fianco così a polemiche interne: avevamo preso un impegno. Ora l’assemblea è sovrana e deciderà”.
”Tutto è perfettibile – aggiunge sul meccanismo di selezione dei candidati 5 Stelle, – ma il punto è che l’animo umano non è prevedibile. Ci sono deputati e senatori che si sono trovati sul conto ventimila euro al mese e hanno deciso di non restituirli più. Per fortuna sono una piccolissima minoranza”. Per Di Maio dunque l’elemento ‘denaro’ per un’ ipotetica scissione è fondamentale: ”Parliamo delle stesse persone che hanno tirato su la questione delle diarie. Ed è una strana coincidenza”.
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