ROMA – La comunità scientifica contro Beppe Grillo sulle mammografie. Sabato il leader del Movimento 5 stelle aveva attaccato l’oncologo Umberto Veronesi, reo, secondo lui, di promuovere gli screening al seno perché il suo istituto “ci guadagna”. Subito era arrivata la replica del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che aveva ricordato l’importanza della mammografia per la diagnosi precoce del cancro al seno. E oggi si aggiungono le voci di noti scienziati che sostengono la difesa della mammografia e parlano di “ignoranza” e “oscurantismo” da parte di Grillo.
Il matematico Piergiorgio Odifreddi a Paolo Conti del Corriere della Sera ha prima difeso certa antipolitica grillina, ha preso le distanze dal ministro Lorenzin, esponente del governo Renzi (“Figuriamoci se io posso avere simpatia per il ministro Beatrice Lorenzin”) e quindi ha stigmatizzato l’uscita di Grillo:
“Quando afferma certe cose, sono costretto mio malgrado a dare ragione al ministro. Non si può scherzare con una malattia come il cancro, non si può scherzare con la prevenzione, che è una conquista. Quando Grillo affronta certi temi svela un’ignoranza abissale. E simili sparate populiste attirano l’attenzione di chi nutre sospetto per le tecnologie contemporanee, quindi per le visite preventive che spesso sono anche costose”.
Parole simili sono arrivate anche da un altro scienziato di fama, il genetista Edoardo Boncinelli, che accusa Grillo di comportamento “criminale e pericolosissimo”: “In questo preciso caso, ritengo delinquenziale lanciare un’accusa in chiave politica contro la ricerca scientifica e la prevenzione che è uno strumento di affrancamento dalle ingiustizie e dai pericoli”.
Per sociologo Domenico De Masi nell’attacco di Grillo a Veronesi “c’è un’ombra di oscurantismo”. E paragona la sua uscita a quelle di certi sacerdoti durante la rivoluzione industriale:
“Quando arrivò l’energia elettrica, certi parroci terrorizzavano le povere donne di campagna sostenendo che la luce artificiale faceva abortire. Grillo ha preso una clamorosa toppa, non solo politica ma anche mediatica.(…). Escludo che donne normali, mediamente informate grazie appunto alle nuove tecnologie, possano dargli retta”.