ROMA – Il M5S, a ogni parlamentare espulso, rinuncia a un “tesoretto” di circa 60mila euro. Lo quantifica Emanuele Buzzi sul Corriere della Sera:
Espulsioni e transfughi, però, potrebbero anche avere un costo politico non indifferente nell’economia del Movimento a Roma. Ogni cittadino, infatti, porta in dote una cifra — circa sessantamila euro — ai Cinque Stelle. Il Movimento, si sa, ha rinunciato ai rimborsi elettorali e le spese politiche sono in gran parte coperte da quel «tesoretto». La drastica riduzione di parlamentari potrebbe comportare forse anche una riduzione dello staff pentastellato. Di sicuro una minore libertà di azione. Basterà attendere qualche giorno per scoprire i primi esiti. Il prossimo round per capire l’orizzonte futuro dei Cinque Stelle è in programma lunedì. All’ordine del giorno la redistribuzione degli incarichi nelle commissioni parlamentari.
I parlamentari M5S rinunciano, si sa, a una parte consistente di ciò che spetterebbe loro. I rimborsi elettorali come la parte di rimborsi e diaria dello stipendio. Tutti soldi che il M5S rendiconta e gira al fondo per le imprese. Diminuendo i parlamentari, e solo con le ultime espulsioni gli addii sono stati 10, diminuisce ovviamente anche la quantità di denaro a disposizione del fondo e delle attività del Movimento. Gli espulsi, sia che si dimettano dal Senato, sia che passino al Gruppo Misto, non sono più tenuti a restituire parte del loro stipendio come invece prevede il regolamento del Movimento.
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