ROMA – Beppe Grillo è “l’uomo più pericoloso” d’Europa. Con questo titolo il settimanale tedesco “‘Spiegel” pubblica un fondo del suo columnist Jan Fleischhauer (lo stesso che scrisse che non c’era da meravigliarsi che il comandante Schettino fosse italiano) secondo il quale il leader del M5S viene “visto anche in Germania come una speranza, ma il suo antiparlamentarismo radicale è in sostanza antidemocratico”. Fleischhauer spiega che parte delle simpatie che Grillo raccoglie in Germania “derivano dalla sua vicinanza alla sinistra”, aggiungendo che ciò che distingue l’ex comico genovese dai suoi concorrenti politici italiani è “il puritanesimo del moralista radicale”.
“Nei suoi momenti migliori parla come il capo di una setta”. L’editorialista definisce “un’illusione” l’idea che la voce della strada sia più democratica del voto dei rappresentanti inviati in parlamento, un’illusione appunto che “trova sostenitori anche qui in Germania”. Fleishhauer concorda con l’analisi fatta sul settimanale svizzero ‘Weltwoche’ dal giornalista britannico e biografo di Mussolini, Nicholas Farrell, che riscontra molti punti in comune tra il leader di M5S ed il fondatore del fascismo, in particolare quando il duce definiva il parlamento “un’aula sorda e grigia”.
Nel fondo dello ‘Spiegel’ si sottolinea al riguardo che “oggi si trascura volentieri il fatto che il fascismo era in sostanza un movimento di sinistra”. La conclusione di Fleischhauer è che nel definire “due clown” i vincitori delle recenti elezioni italiane, “si può solo sperare che Peer Steinbrueck abbia avuto ragione. Purtroppo sembra che su uno dei due si sia profondamente sbagliato”.
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