ROMA – Il discorso di Silvio Berlusconi al Senato durante il voto di fiducia al governo Letta. “Dopo interno travaglio abbiamo deciso di votare la fiducia a questo governo”.
È un Berlusconi che trottola, si arrende e si aggrappa. Trottola perché ha cambiato tante volte idea negli ultimi giorni e ancora di più nelle ultime ore.
Si arrende perché prende atto di non avere più il controllo assoluto sul suo partito e di essere in svantaggio nei rapporti di forza con il governo Letta, con Napolitano e forse con l’Europa.
Si aggrappa perché una sconfitta oggi sarebbe stata una svolta forse fatale per la sua vita politica, quindi invece di sparire fra domiciliari, altri processi e un destino di irrilevanza, ha deciso di aggrapparsi alla scialuppa del governo Letta.
All’una e mezzo inizia a parlare il presidente del Pdl Berlusconi: “L’interesse del Paese era quello di un governo che mettesse insieme le due forze del centrodestra e del centrosinistra. Su 23 componenti del governo, nonostante il fatto che al voto eravamo arrivati quasi alla pari col Pd, accettammo di aver soltanto 5 ministri nostri. Abbiamo fatto tutto quanto era nelle nostre possibilità”.
“Avevamo la speranza che cambiasse il clima del Paese, che si andasse verso la fine della “guerra civile fredda”, verso la pacificazione di cui il Paese aveva bisogno. Non l’abbiamo riposta, quella speranza. Abbiamo ascoltato con attenzione il discorso del presidente del Consiglio, lo abbiamo sentito impegnarsi a intervenire sulla riforma della giustizia, sulla riduzione della pressione fiscale e imposte sul lavoro, nonché a dare seguito al terzo richiamo Ue sulla responsabilità civile dei giudici. Abbiamo deciso, non senza interno travaglio, di esprimere un voto di fiducia a questo governo“.
Alla fine del discorso, un applauso unanime dei deputati del Pdl ha accolto l’annuncio della fiducia al governo Letta da parte del Pdl. Il Pd non applaude e neanche Scelta Civica. Alfano è l’unico ministro a battere le mani, mentre Letta sorride e scuote la testa.
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