ROMA – Dopo l’esito del processo Ruby, Silvio Berlusconi starebbe meditando una sorta di auto-esilio in Sudafrica. Lo avrebbe confidato in preda allo scoramento ad Angelino Alfano. Scrive Francesco Verderami sul Corriere della Sera:
La componente psicologica nell’ex premier è un fattore decisivo che alleati e avversari tengono in considerazione per cercare di intuire quali saranno le sue prossime mosse: il leader che cercava “il giudizio della storia” e che invece è stato giudicato da un tribunale, più della fine politica teme ora di non potersi riscattare. Ecco perché – subito dopo aver appreso la sentenza – è caduto in prostrazione, meditando addirittura l’esilio: “Me ne vado via, in Sudafrica”.
Ora si spiega cosa volesse dire Alfano l’altro ieri, quando ha riferito di una telefonata al Cavaliere, invitato a “tenere duro e ad andare avanti”:
Sì, ma avanti dove? Perché è vero che Berlusconi ha dimenticato (in parte) le parole pronunciate nella concitazione del momento, ma resta l’incertezza sul futuro e regna il dubbio oltre al malcontento. Sebbene attorno al Cavaliere i falchi si diano un gran da fare nel teorizzare la rivincita attraverso il lavacro elettorale, sebbene chiedano incessantemente l’immediata capitolazione del governo, c’è un motivo se Berlusconi non ha ancora scelto. […]
Al Cavaliere è parso chiaro che il Quirinale non consentirebbe il ritorno alla urne in caso di crisi, “va tenuto nel conto che se fossimo noi a far cadere il governo non si tornerebbe a votare”. E a quel punto l’isolamento all’opposizione sarebbe tutto fuorché splendido, perché un nuovo esecutivo — magari guidato dallo stesso Enrico Letta — verrebbe incaricato di varare la nuova legge elettorale e magari una nuova normativa sul conflitto d’interessi, senza dimenticare che il Cavaliere (privo ormai delle azioni di Palazzo Chigi) potrebbe essere nel frattempo dichiarato ineleggibile dalla giunta del Senato.
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