ROMA – Da settembre l’indirizzo di Silvio Berlusconi a Roma non sarà più via del Plebiscito, 102. L’ex premier lascerà Palazzo Grazioli perché, dicono, costa troppo: 40 mila euro di affitto al mese che il Cavaliere non può più permettersi di sborsare. Vuoi per ovvie ragioni economiche e vuoi per questioni di salute: dopo l’intervento al cuore difficilmente potrà avere gli stessi ritmi di una volta, arrivare nella Capitale per partecipare a vertici e lunghi incontri politici. Il buen retiro resterà ad Arcore. Per Forza Italia c’è la sede di piazza san Lorenzo in Lucina.
Così tramonta uno status symbol, quella che nell’immaginario collettivo era “La casa di Silvio Berlusconi“, dinanzi alla quale si fermavano frotte di scolaresche, turisti e questuanti di ogni genere. Palazzo Grazioli, edificio cinquecentesco, realizzato da Giacomo della Porta per conto del duca Grazioli, nel pieno centro di Roma, ha visto passare la storia politica italiana degli ultimi venti anni. Però i tempi cambiano. Il palazzo ormai è chiuso su ordine della famiglia dell’ex premier. Off limits anche ai dirigenti azzurri che occupavano stabilmente il primo piano, altrimenti noto come parlamentino.
Secondo quanto riporta l’agenzia Agi, degli otto dipendenti quattro sono già stati messi in cassa integrazione dalla ex tesoriera azzurra, Maria Rosaria Rossi (non avrebbero, si vocifera, neanche ricevuto ancora il pagamento del Tfr), gli altri quattro – alle dipendenze direttamente del Cavaliere e non del partito – potrebbero essere spostati in altre ville.
Ora l’ipotesi, scrive l’Agi, è che il contratto d’affitto venga dismesso del tutto. Berlusconi ha pagato ancora luglio e agosto ma al termine dell’estate l’orientamento è quello di trovare un’altra sistemazione.