ROMA – Silvio Berlusconi si prende le riforme di Matteo Renzi. Dice, e non ha tutti i torti, che quelle riforme, quelle su cui il neo segretario del Pd spinge tutti i giorni, sono le sue e che le propone da 20 anni. Non osserva che se così fosse sarebbero passati 20 anni di riforme proposte e mai fatte ma si limita a dire che dopo 20 anni di insulti, finalmente dall’altra parte c’è un interlocutore disposto al dialogo. Il cambiamento, in effetti, è nell’interlocutore: prima c’erano resistenze al disegno di Berlusconi. Ora invece parte di quel disegno è stato recuperato da Renzi che lo ha fatto suo.
Nella mattinata di sabato Berlusconi telefona a una convention napoletana di giovani di Forza Italia e spiega:
”Dopo venti anni di insulti forse abbiamo trovato l’interlocutore nel nuovo leader del partito principale che si oppone a noi. Con lui abbiamo avviato un processo di riforme che non sono le riforme di Renzi ma le nostre stesse riforme fin dalla nostra discesa in campo”.
“Alcune di queste riforme – ha aggiunto Berlusconi – sono quelle che approvammo già in Parlamento e che la sinistra cancellò con un referendum sciagurato. Altrimenti, l’Italia sarebbe un Paese moderno già da anni”.
Quindi la conclusione
“Ora speriamo di poter andare avanti sulle riforme e faremo di tutto per non rimanere delusi anche questa volta. Troppe volte la generosità del centro destra è stata ripagata con l’odio politico e l’invidia degli avversari”.
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