ROMA – L’ultima “mossa” di Berlusconi in ordine cronologico: “Se Monti si candida come leader dei moderati sono disposto a fare un passo indietro”. Dopo che il suo partito si è astenuto durante un voto in aula favorendo il passo indietro del premier, dopo aver criticato la politica economica di Monti, dopo aver detto che lo spread, il temutissimo spread, è un parametro puramente indicativo del quale si può fare tranquillamente a meno, dopo aver punzecchiato la Germania tanto da spingerla a un ennesimo endorsement al Professore, dopo tutto questo ora Berlusconi ci dice che se Monti volesse fare il leader del centrodestra, da candidato della coalizione, lui si sfilerebbe.
L’occasione era pubblicizzata da tempo: la presentazione del nuovo libro di Bruno Vespa, Berlusconi ospite d’onore.
Non solo. Berlusconi mercoledì 12 dicembre, ci dice di aver direttamente proposto a Monti di fare il leader dei moderati. Ma che lui gli ha detto no. Insomma, eccola smascherata la “mossa”, la smaschera Berlusconi stesso. Trattandosi di ipotesi altamente improbabile, diciamo pure ai limiti dell’impossibilità, Berlusconi lo dice perché sa che non si avvererà mai ma intanto ventilare il passo indietro fa tanto padre nobile.
Una “mossa” che Berlusconi stesso svela, in qualche modo, quando dice: ”Non credo che Monti accetti di diventare uomo di parte o di partito ma se decidesse di aderire a questa richiesta vi aderirebbe tutto schieramento moderato. Anche io glielo proposi, Monti mi disse che non era suo intendimento. Se Monti si candidasse a fare il leader farei il passo indietro. Non credo che gli convenga, ma se volesse fare il leader di un rassemblement dei moderati io mi occuperei del mio partito”.
Detto questo, Berlusconi si candida o no? La “mossa” è funzionale anche a questo: un sì (o un no) netto non lo dice, rilancia e spariglia con un complesso distinguo tra leader di coalizione e candidato premier (non coincidono, a sentir lui), alleanza con la Lega o mancata alleanza con la Lega. Attenzione, riassume Vespa: essere leader della coalizione (con la Lega dentro, ma è da vedere) non vuol dire essere candidato a palazzo Chigi, dunque? Sgomento del pubblico, fatto in buona parte di giornalisti, e nuovo intervento di Vespa che sintetizza: “Cerchiamo di capirci se no rischiamo di far notte”.
In estrema sintesi: Berlusconi sta trattando con la Lega di Maroni. Trattativa che al momento è spiegabile in questi termini: se la Lega non appoggia il Pdl e Berlusconi candidato premier, ma correrà da sola alle politiche, Maroni non solo non sarà candidato del centrodestra alla Lombardia, ma la Lega perderà automaticamente Piemonte e Veneto. Se l’accordo con la Lega viene meno, Berlusconi è pronto a sfilarsi perché non avrà una coalizione alle spalle. E in tanta chiarezza non va sottovalutata anche l’ipotesi Alfano: “Angelino Alfano è assolutamente candidato premier ed è in pole position per palazzo Chigi”.
Questi sono i “se” in campo, per ora accontentiamoci della “mossa”.