ROMA – L’opera di convincimento su Berlusconi operata da Gianni Letta e i suoi avvocati Longo e Ghedini, per il momento ha impedito che il tavolo delle larghe intese saltasse. “Più di così, non si poteva ottenere” hanno ripetuto a Berlusconi Letta, Ghedini e Longo dopo contatti intensi durati giorni con il Quirinale. La nota di Napolitano, è questo il ragionamento che prevale oggi, apre comunque “percorsi” e “possibilità” che vale comunque valutare.
Silvio Berlusconi, da parte sua non esulta per le parole di Napolitano e non scatena la guerra. Racconta il Corriere della Sera che l’ex premier, ai direttori di Mediaset giunti ad Arcore per una cena, ha confermato: “Io davvero non so che dire, non so bene come giudicare tutto questo. Ci sono passaggi che sembrano andarmi incontro, altri che non si capiscono, alcune sembrano aperture, altre no, anche la questione dell’agibilità politica, se resta con le pene accessorie o no non è chiaro. E questo è un punto cruciale. Devo riflettere, devo vedere quali possono essere le prossime mosse. Perché per me continua ad essere insopportabile l’idea di dover scontare una condanna per una colpa che non ho commesso. Io sono innocente, e mi indigna passare per colpevole, dovermi trovare privato dei miei diritti politici, della mia libertà personale. Tutto questo è intollerabile”.
“Il presidente non commenta” fa sapere anche Paolo Bonaiuti. E’ questa la linea scelta per il momento: nessuna minaccia né falchi scatenati. Tutti sembrano cogliere gli “spiragli positivi” che si aprono.
Incessantemente, Letta, Ghedini e Longo avevano avvertito Silvio Berlusconi che se questo fosse stato il percorso aperto da Napolitano, il risultato potrebbe portare ad una grazia che permetta a Berlusconi di essere ancora considerato come un soggetto politico che ha la dignità di rappresentare il suo partito. L’alternativa non c’era secondo i collaboratori di Berlusconi anche perché Napolitano al momento non concederà mai le elezioni. “Se andiamo alla crisi per te sarà peggio, non avrai più alcuno scudo, mentre se accetti la sentenza manterrai quello del governo e quello del Quirinale”: è questo il senso delle raccomandazioni che tutta l’ala moderata ha continuato a fare al Cavaliere.
Secondo i fedelissimi, dalle parole di Napolitano sembra poi che si facciano più sfumati e lontani i rischi di nuove condanne per gli altri processi in corso. Soprattutto, questo scenario apre la possibilità concreta che, se venisse richiesta, possa arrivare anche la grazia.
Berlusconi però, non sa se chiederla oppure no, non ha deciso se dimettersi o no da senatore per favorire il processo di “pacificazione” parlamentare che aiuterebbe lui e le sue aziende. Queste decisioni cruciali, Berlusconi non le avrebbe ancora maturate.
L’ala dura del suo partito intanto, sta a guardare e teme che Berlusconi finisca per cedere alle “mezze promesse” di Napolitano senza ottenere nulla una volta chiusa la possibilità di ricandidarsi tornando al voto. Ma nelle dichiarazioni della sera di martedì 13 agosto, Napolitano ha sbarrato la strada a ipotesi di voto anticipato e Berlusconi è stato costretto a prenderne atto. Ma secondo Berlusconi, ad essere deluso dalle parole del Capo dello Stato è anche parte del Pd.
Insomma, come spiega il Corriere in un articolo firmato da Paola Di Caro, per Berlusconi ora inizia una nuova partita, quella per l”agibilità politica’ alla quale non ha ancora rinunciato. Anche perché non appare chiaro quale possa essere il ruolo di Berlusconi durante l’affidamento ai servizi sociali o in caso di arresti domiciliari. Poi c’è l’ipotesi grazia e il nodo delle pene accessorie che la Corte d’appello deve ricalcolare.
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