MILANO – Opzione uno: centro di assistenza per anziani vicino ad Arcore. Opzione due: una cascina nell’hinterland milanese gestita da un’associazione che si occupa di disabili. In una di queste due strutture Silvio Berlusconi potrebbe andare a svolgere il suo ‘programma riparatorio’ nel caso in cui i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Milano accogliessero la sua richiesta di affidamento in prova ai servizi sociali per scontare quei 12 mesi che restano della condanna a 4 anni per frode fiscale per il caso Mediaset, dato che tre anni sono coperti dall’indulto.
Il sostituto procuratore generale Antonio Lamanna nell’udienza che si è tenuta nel pomeriggio ha dato l’ok all’affidamento e, da quanto si è saputo, avrebbe dato parere favorevole alla proposta dell’Ufficio esecuzione penale esterna che è pervenuta nelle scorse settimane sul tavolo dei giudici della Sorveglianza: Berlusconi dovrebbe assistere gli anziani, anche disabili, in una struttura non molto distante da Villa San Martino per mezza giornata una volta alla settimana.
Se i giudici seguiranno le indicazioni dell’Uepe, che hanno avuto oggi anche l’avallo del sostituto pg, per l’ex premier si apriranno, dunque, le porte della casa di cura e assistenza per anziani. In una memoria di una decina di pagine depositata a inizio settimana dalla difesa, però, l’ormai ex Cavaliere ha segnalato un’altra ‘strada’ per la sua riabilitazione: fare il ‘motivatore’ e fornire nuovi ”stimoli” a persone con problemi di disabilità fisica e psichica in un centro terapeutico nel Milanese, anche questo non distante da Arcore, che un’associazione benefica sta realizzando.
Una proposta che, verosimilmente, è stata illustrata anche in udienza dai legali Niccolò Ghedini e Franco Coppi per convincere il collegio a optare per questo tipo di affidamento in prova. Anche l’ex premier pare essersi speso, in prima persona, per avere una decisione favorevole da parte della Sorveglianza. Punterebbe anche a prescrizioni più ‘blande’ (sugli orari da rispettare e sugli spostamenti consentiti) per conservare quella ‘agibilità politica’ utile per la compagna elettorale in vista delle Europee. Berlusconi, infatti, nella memoria avrebbe giustificato i suoi ripetuti attacchi pubblici nei confronti dei magistrati con motivazioni politiche, spiegando che, in sostanza, sarebbe stato mosso solo da finalità elettorali e non da un odio personale nei confronti delle ‘toghe’.
C’è da considerare, infine, che non sarebbero del tutto tramontate altre due soluzioni per far scontare la pena al leader di Forza Italia. Per evitare, infatti, l’assedio mediatico alle strutture dove dovrebbe svolgere l’attività di volontariato e che la sua presenza, con tanto di scorta negli spostamenti, crei più trambusto che altro, l’affidamento in prova potrebbe anche risolversi in colloqui nella sua residenza con un’assistente sociale, magari accompagnati da iniziative di beneficenza. Oppure c’è chi parla anche dell’ipotesi della detenzione domiciliare (se i giudici ‘bocciassero’ l’istanza di affidamento) ma senza eccessive limitazioni negli orari e negli spostamenti.