MILANO – Berlusconi vuole comprarsi le antenne della Rai: Mediaset ha infatti lanciato un’offerta pubblica di acquisto su Rai Way. Ma il Governo dice no e mette un paletto: “Il 51% deve restare pubblico”. Ad essere precisi, l’offerta è arrivata da Ei Towers, società controllata di Mediaset che controlla le rete di trasmissione del gruppo. Il consiglio di amministrazione di Mediaset ha dato il via libera all’operazione. L’offerta, che prevede una componente in denaro e una in azioni, valorizza la società delle torri di trasmissione della Rai 1,22 miliardi di euro, pari a circa 4,5 euro per azione.
Offerta, precisano dalla Rai, “non amichevole”. Ovvero non sollecitata e secondo quanto riferiscono fonti Rai all’agenzia Ansa l’offerta presenta inoltre problemi per i multipli bassi, per l’indebitamento e di governance sbilanciata. Le stesse fonti spiegano che a pronunciarsi con un parere sarà Rai Way, ma la legge attualmente non consente tale operazione.
L’opa sarà oggetto di una doverosa informativa domani 26 febbraio del dg Luigi Gubitosi in consiglio di amministrazione Rai. Al momento della quotazione Rai Way è stata valutata 825 milioni, ai prezzi di borsa attuali raggiunge 1 miliardo e nell’offerta di Ei Towers oltre un miliardo e 200 milioni.
Intanto si muove anche la Consob.L ‘autorità, come da prassi nel caso di operazioni straordinarie come l’offerta lanciata da Ei Towers, si è mossa e ha inviato oggi agli intermediari finanziari più attivi sui titoli delle società coinvolte (quindi anche Mediaset) richieste di informazioni sull’operatività in borsa.
Contro l’ipotesi di cessione si schierano compatti il Pd e il Movimento 5 Stelle. Ben diversa, ovviamente, la posizione di Forza Italia.
L’offerta di acquisto e scambio riconosce ai soci di Ei Towers una componente in contanti di 3,13 euro e 0,03 azioni ordinarie Ei Towers di nuova emissione. La parte cash corrisponde al 69% della valorizzazione di ogni titolo della società delle torri della Rai. La componente azionaria il restante 31%. Il pagamento della componente in contanti è integralmente garantito da un primario istituto di credito internazionale che concederà a Ei Towers il finanziamento per il pagamento. A sostegno dell’offerta di scambio Ei Towers ha convocato un’assemblea il 27 marzo per un aumento di capitale. L’opas partirà dopo quella data ed avrà una durata tra i 15 e i 40 giorni e dovrebbe concludersi comunque entro l’estate.
Nello spiegare le ragioni dell’operazione Ei Towers parla della “creazione di un operatore unico delle torri broadcasting” per “porre rimedio all’attuale situazione di inefficiente moltiplicazione infrastrutturale dovuta alla presenza di due grandi operatori sul territorio nazionale”. La società delle torri del gruppo Mediaset assicura in ogni caso che “continuerà a garantire l’accesso alle infrastrutture a tutti gli operatori televisivi” e “aprirà sempre più la propria infrastruttura, in prospettiva agli operatori di Tlc”. Dati gli obiettivi di una piena integrazione industriale di Ei Towers con Rai Way, l’offerta – chiarisce la nota – ha l’obiettivo di revocare le azioni di quest’ultima dal listino di Piazza Affari (dove Rai Way è stata da poco quotata), o l’acquisto di una partecipazione che rappresenti almeno 66,67% del capitale sociale.
La mossa di Mediaset ha insospettito il deputato del Pd, Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, che ha detto: “L’offerta di Mediaset appare poco comprensibile, il governo è stato chiaro su Rai Way: la quotazione in borsa è stata vincolata alla cessione di una quota non superiore al 49%, il controllo delle torri del servizio pubblico resta saldamente in mano pubblica. il decreto per la privatizzazione di Rai Way (la società del gruppo che si occupa delle torri di trasmissione, ndr) vincola la Rai a mantenere una quota di partecipazione sociale nel capitale sociale di Rai Way non inferiore al 51%. La Rai, peraltro, ha messo sul mercato solo il 34,9% del capitale di Raiway, mantenendo una quota di due terzi che garantisce pienamente il controllo pubblico dell’azienda. Si fatica, quindi, a comprendere la mossa di Mediaset, che vorrebbe acquisire il 66,67% di Raiway per toglierla dal listino azionario sebbene oggi non sia possibile”. “Così come la vicenda – aggiunge Anzaldi – si sta raffigurando in queste ore, si rischia solo di creare confusione o, peggio, di incorrere nel rischio di qualche illecito”.
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