ROMA – Che significa “interdizione perpetua dai pubblici uffici” e “interdizione legale”? Nel processo Ruby Silvio Berlusconi è stato condannato, oltre che alla pena principale di sette anni di reclusione, anche alle pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e all’interdizione legale per una durata pari a quella della pena principale. Anche nel processo Mediaset la corte di Cassazione ha stabilito che la corte d’Appello di Milano dovrà riformulare la sentenza relativa all’interdizione dei pubblici uffici di Berlusconi.
Ecco in che cosa consistono le due pene accessorie:
INTERDIZIONE (PERPETUA) DAI PUBBLICI UFFICI (art. 28 codice penale): il condannato viene privato del diritto di elettorato attivo e passivo e di ogni altro diritto politico, da ogni pubblico ufficio e di ogni incarico. L’interdizione dai pubblici uffici può essere temporanea (ha una durata non inferiore a un anno né superiore a cinque anni) o per sempre (“perpetua”, consegue alla pena dell’ergastolo e alla reclusione non inferiore a cinque anni);
INTERDIZIONE LEGALE (art. 32 codice penale): è la pena accessoria per i delitti di maggiore gravità che priva il condannato della ”capacità di agire” (è la idoneità a compiere validamente atti giuridici). Salvo che il Giudice disponga diversamente, tale misura priva anche della capacità genitoriale. È automatica con la condanna alla pena dell’ergastolo e della reclusione non inferiore a cinque anni.