“Berlusconi socialmente pericoloso” per il giudice. Ma “vuole recuperare”

Berlusconi
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MILANO – Silvio Berlusconi ”è ancora persona socialmente pericolosa”. Ma il suo comportamento, il fatto che abbia chiesto di scontare la pena ai servizi sociali, mostra “volontà di ravvedimento”. Così spiega il giudice del tribunale di sorveglianza che ha concesso i servizi sociali a Berlusconi. E’ il linguaggio della legge, nella sua crudezza, ma anche l‘ennesima tegola in questa accidentata campagna per le Europee. Scampato il pericolo domiciliari, che avrebbero azzoppato definitivamente il leader a un mese e mezzo dalle elezioni, arriva la sentenza del giudice con alcune frasi illuminanti: “ancora socialmente pericoloso”, “insofferente alle regole dello Stato”.

Parole forti, accostate a un protagonista indiscusso degli ultimi vent’anni e che di certo non possono lasciare indifferente Forza Italia e il suo leader. Il giudice evidenzia però “volontà di ravvedimento” nel condannato Berlusconi.

Una serie di elementi, come il pagamento del risarcimento danni e delle spese processuali per il caso Mediaset, ”evidenziano la scemata pericolosità sociale” e ”appaiono indici di volontà di recupero”, scrive il giudice.

Il provvedimento con cui il Tribunale di Sorveglianza ha ammesso l’ex premier all’ affidamento in prova ai servizi sociali in uno dei passaggi ha evidenziato che Berlusconi, condannato definitivamente per la vicenda dei diritti tv Mediaset, ha provveduto a pagare il risarcimento danni all’agenzia delle entrate e a versare anche le spese processuali. Inoltre, è stato lui stesso a mettersi a disposizione e a proporre all’Uepe, l’ufficio esecuzione penale esterna, un’attività di volontariato e rieducativa.

Secondo i giudici, tali elementi indicano ”il riconoscimento della condanna” ed ”evidenziano la scemata pericolosità sociale di Berlusconi e appaiono indici di volontà di recupero dei valori morali perseguito dall’ordinamento”. In un passaggio precedente, però, il Tribunale ha specificato che ”colui che viene affidato in prova ai servizi sociali è ancora persona socialmente pericolosa, altrimenti non potrebbe essere eseguita una pena nei confronti di persona che si fosse del tutto rieducata”.

Il reato di frode fiscale commesso da Silvio Berlusconi e reiterato nel tempo dimostra ”un’insofferenza del colpevole alle regole dello Stato poste a tutela dell’ordinamento e della civile convivenza”. Lo scrivono i giudici del tribunale di Sorveglianza di Milano, sottolineando anche che il leader di Fi nel corso dell’affidamento in prova ai servizi sociali dovrà avere ”concreti comportamenti” che dovranno ”mantenersi nell’ambito delle regole della civile convivenza, del decoro e del rispetto delle istituzioni”.

E ancora:

Secondo i giudici, infatti, ”la misura alternativa può svolgere funzione rieducativa e di recupero sociale della persona anche qualora questa sia perfettamente inserita socialmente e laddove anzi il condannato sia stato capace di influenzare l’ambiente in direzione incompatibile con le regole del diritto e dell’ordinato vivere civile”.

In altre parole, secondo il giudice i servizi sociali possono rieducare Berlusconi anche se è stato capace di influenzare l’ambiente con comportamenti contrari alla legge e alle regole del vivere civile. Una bella “tegola” in piena campagna elettorale.

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