Berlusconi: “La frase sul Paese di merda? Sì ma era notte…”

ROMA – “La frase sul Paese di m.? Sì, ma son cose che si dicono a notte inoltrata”. Non è facile per il premier di una nazione, grande o piccoloa che sia, giustificare una frase come quella riferita a Berlusconi e intercettata nelle sue conversazioni notturne con l'”amico” (le procure non riescono a dare altre definizioni pertinenti) Lavitola. Per riuscire nell’impresa di auto-difendersi, il presidente del Consiglio sceglie l’attacco, come nel suo stile, unito alla lamentazione. Il contrario dello stile britannico (never explain, never complain): e infatti per quel “shitty country” (paese di merda) gli inglesi, dal Guardian al Financial Times, si chiedono solamente come mai durante i drammatici giorni dell’attacco speculativo all’Italia, il suo premier passava le notti a discutere con i suoi avvocati. O con i suoi amici.

Importa poco, agli inglesi, la perorazione pro-domo sua: “E’ un Paese in cui le cose che si dicono al telefono non sono coperte dal segreto, in cui uno non è sicuro della inviolabilità delle cose che dice e se le vede pubblicate sui giornali. Cose dette magari in un momento di rilassatezza, o con un sorriso o un paradosso”. Lo sfogo, tra l’altro, aggiunge Berlusconi, era dovuto al maxi-risarcimento di 600 milioni in favore della “tessera numero 1 del Pd”.

Nausee, sorrisi, rilassatezze, paradossi. Di notte, specie quelle solitarie con il lettone deserto, vengono brutti pensieri, strani presentimenti, progetti irrazionali: ma sempre cullati da quella speciale carezza della sera, per cui si può mandare a quel paese un Paese intero, ma col sorriso sulle labbra, come un sogno ad occhi aperti. Una reverie, direbbero i francesi, dove i contorni sfumano e il ricatto diventa una prova di amicizia. E il disgusto si assapora centellinandolo, come un buon rosso invecchiato. Con rilassatezza.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie