L’inseparabile Maria Rosaria Rossi e gli altri: il “cerchio magico” di Berlusconi

Maria Rosaria Rossi (LaPresse)

ROMA – Durante la settimana,chi si trovato ad andare al primo piano di Palazzo Grazioli ha potuto vedere l’ampia scrivania d’antiquariato di Silvio Berlusconi imbandita con decine di fotine rigide di ragazzi e ragazze sorridenti.  Tratto distintivo delle foto è il fatto che si tratta di tutti volti giovanissimi e sconosciuti. Alle foto era allegato uno smilzo curriculum.

Al fianco del presidente Pdl, l’inseparabile Maria Rosaria Rossi che sta selezionando insieme al Cavaliere i volti nuovi del partito che verrà. Racconta tutto un articolo pubblicato da Carmelo Lopapa su Repubblica oggi 14 luglio:

“Che rapida scalata per la deputata assurta agli onori della cronaca nell’estate delle feste al castello di Tor Crescenza. Ma anche quante invidie e maldicenze, in quel che resta del Popolo della libertá che Berlusconi si prepara a smantellare. Incurante, il padre padrone, perfino dell’epiteto che le è stato affibbiato: la ‘badante’. Che certo tanto bene non ha portato, né al ‘badato’ Umberto Bossi, nè alla Rosi Mauro tristemente divenuta famosa. Il fatto è che per un cerchio magico che tramonta un altro si è insediato stabilmente all’apice della piramide berlusconiana. Come quello che ha blindato il Senatur, formato da sei paladini, non di più. E come quello, fortemente esclusivo. E infatti, fuori dal cerchio, c’è un intero partito. Escluso, tagliato fuori. Che tanto più in queste ore in cui Berlusconi ha deciso quel che ha deciso, non è riuscito nemmeno a farsi inserire nell’agenda degli appuntamenti di via del Plebiscito. Non a caso. A gestirla, l’agenda, è ormai da mesi proprio la Rossi. In piena discrezionalità. Per l’ex premier, “mai più senza” Maria. Vertice del Ppe a Bruxelles o assemblea dei parlamentari Pdl a Roma, non fa differenza: dall’Audi di Berlusconi scende sempre la lunga chioma castana dell’onorevole Rossi. All’incontro con Monti a palazzo Chigi Berlusconi è arrivato “accompagnato dal segretario Alfano e dall’ex sottosegretario Gianni Letta. Poco dopo è arrivata anche la deputata Maria Rosaria Rossi” si leggeva su un lancio Ansa dello scorso 26 giugno”.

Oltre a lei,spiega Lopapa, c’è l’intraprendente Diego Volpe Pasini che ha scalato le posizioni con altrettanta rapidità:

” Giá fondatore a Udine del movimento Sos Italia, giá candidato sindaco del capoluogo friulano, con un precedente giudiziario (in carcere per aver negato gli alimenti a “ex” e figlio), divenuto famoso per il dossier Rosa Tricolore reso pubblico un mese fa dal sito dell’Espresso, sorta di rinascita forzista lanciato al grido di ‘cancelliamo la nomenklatura’, via i Cicchitto, Gasparri e La Russa. Dentro giovani e sconosciuti. Filosofia che il Cavaliere ha fatto propria. Del resto, di conoscenze Pasini ne vanta parecchie, femminili soprattutto, come raccontano con malizia in Transatlantico i dirigenti Pdl che osservano spiazzati quanto si sta muovendo sopra la loro testa. Gli stessi pidiellini che lo dipingono come una via di mezzo tra Tarantini e Lavitola, al netto delle faccende giudiziarie. ‘Il testo? Nato dagli incontri con Berlusconi’ raccontava lui serafico dopo la pubblicazione del dossier. Un tipo tanto vicino al capo, Pasini, da potersi permettere di rivelare ieri il pianto di Angelino Alfano, per dire. Su e giù da Grazioli, nei mesi successivi alle dimissioni da premier, come il suo amico e sodale Vittorio Sgarbi. Un amore di ritorno, per Berlusconi. Che ha benedetto il Partito della Rivoluzione che oggi il critico d’arte battezzerà, preludio di una delle miriadi di liste pro-Cav”.

In verità, fa notare Lopapa, c’è anche chi come Denis Verdini non è mai uscito dal “cerchio magico”:

“È a lui che Berlusconi un paio di settimane fa ha consegnato le chiavi da plenipotenziario delle trattative (condotte col pd Maurizio Migliavacca) sulla legge elettorale, quando queste sono entrate nel vivo, esautorando sherpa ed esperti d’aula. Donne gli ultimi due anelli della catena che blinda la corte. Daniela Santanché è tra le poche ad aver accesso a Grazioli, a Villa San Martino ad Arcore o alla Certosa sarda senza tanti preavvisi. Tra i pochi big sponsor, ascoltati, del gran ritorno del Presidente”.

E infine tra i fedelissimi è rimasta anche Micaela Biancofiore:

“[Michaela Biancofiore] giovane deputata trentina, non a caso bacchettatrice senza remore dei colleghi scettici e prudenti quando un mese fa a Fiuggi Berlusconi aveva lasciato trapelare la sua rentrée: ‘Tanti codardi egoisti vogliono salvare la poltroncina” tuonava il 26 giugno al Corriere, tra una visita e l’altra alla residenza del Cavaliere”.

Infine il segretario Alfano. “La sua stanza c’è ancora li al primo piano, – scrive Lopapa – ma a Grazioli, raccontano, Angelino non è più di casa come prima”.

Gestione cookie