Berlusconi, Cassazione condanna perché: era la mente della frode

Mediaset. Cassazione deposita sentenza e motivi della condanna a Berlusconi
Mediaset. Cassazione deposita sentenza e motivi della condanna a Berlusconi (Foto LaPresse)

ROMA – “Silvio Berlusconi era la mente della frode fiscale“. La sentenza di condanna in Cassazione per Silvio Berlusconi nell’ambito del processo Mediaset è stata depositata la mattina del 29 agosto . Tra le motivazioni della sentenza spunta il ruolo di Berlusconi come “ideatore del sistema di illeciti” che sono valse al leader del Pdl la conferma della condanna a 4 anni di reclusione per frode fiscale, di cui tre coperti da indulto. Tutto il collegio dei giudici della Cassazione ha firmato le 208 pagine come estensore della sentenza, e non il solo relatore, come d’uso.

“IDEATORE SISTEMA ILLECITI” – Silvio Berlusconi fu ”ideatore del meccanismo del giro dei diritti che a distanza di anni continuava a produrre effetti (illeciti) di riduzione fiscale per le aziende a lui facenti capo in vario modo”, scrivono i giudici della Cassazione nelle motivazioni della sentenza depositata.

I giudici scrivono che il sistema organizzato da Berlusconi “ha permesso di mantenere e alimentare illecitamente disponibilità patrimoniali estere, conti correnti intestati ad altre società che erano a loro volta intestate a fiduciarie di Berlusconi”.

Berlusconi, “conoscendo perfettamente il meccanismo, ha lasciato che tutto proseguisse inalterato – si legge nella sentenza – mantenendo nelle posizione strategiche i soggetti dal lui scelti e che continuavano a occuparsi della gestione in modo da consentire la perdurante lievitazione dei costi di Mediaset a fini di evasione fiscale”.

“TRUFFA A B. INVEROSIMILE” – La sentenza della Cassazione tra le motivazioni pone anche “l’assoluta inverosimiglianza dell’ipotesi alternativa che vorrebbe tratteggiare una sorta di colossale truffa ordita per anni ai danni di Berlusconi da parte dei personaggi da lui scelti e mantenuti nel corso degli anni in posizioni strategiche”.

FIRMA DEL COLLEGIO – La sentenza non è stata firmata solo dal relatore, come di prassi, ma da tutto il collegio dei giudici. Nell’ultima pagina tutti i componenti del collegio hanno firmato la sentenza in qualità di magistrati estensori. Si tratta di Amedeo Franco, Claudio D’Isa, Ercole Aprile, Giuseppe De Marzo, a cui segue la firma del presidente Antonio Esposito.

“RIFLETTETE E APPROFONDITE” – Angelino Alfano ha commentato al Tg5 l’eventuale decadenza di Silvio Berlusconi chiedendo al Pd di “riflettere e approfondire”: “La decisione sulla decadenza di Silvio Berlusconi non è un atto dovuto, è una decisione da assumere. Facciamo un invito al Pd, senza protervia e arroganza: riflettete, approfondite”.

“NO TIMORI PER IL GOVERNO” – Il premier Enrico Letta invece ha dichiarato ai microfoni di Radio Anch’io di non temere che le vicende giudiziarie di Berlusconi possano avere influenze sulla vita del governo: “Non temo che ci sia un’influenza sulla vita del governo per condanne o vicende giudiziarie, perché gli italiani hanno bisogno di governo, di risposte e di concretezze”.

Parlando poi della decadenza di Berlusconi, Letta ha detto: “E’ una decisione che riguarda il Senato e la giunta del Senato, ed io ho sempre separato le due questioni e continuo a farlo”.

Letta non teme la caduta del governo: “Guardi: ho sempre detto che non temevo su questo tema e non temo a maggior ragione adesso che ci sia un’influenza sulla vita del governo per vicende che hanno a che vedere con sentenze giudiziarie, perché gli italiani hanno bisogno di governo, di risposte e di concretezza. Ritengo che la settimana prossima, tra le varie cose che lei ha citato, forse quella più importante avviene martedì quando in Cdm valuteremo una serie di norme funzionali per il mondo della scuola”.

I commenti sono chiusi.

Gestione cookie