La difesa tv: Ruby racconta frottole, Berlusconi ingenuo le presta 57mila euro

Ruby (Foto Lapresse)

MILANO -Dopo due ore di speciale, una lunga autointervista sul divano di casa in maglioncino blu, Berlusconi ha sintetizzato il suo rapporto con Ruby su Canale 5. Siamo alla vigilia della requisitoria del pm Ilda Boccassini nell’ambito del processo che vede imputato Berlusconi per concussione (le presunte pressioni in Questura a Milano per far liberare la minorenne) e prostituzione minorile (i presunti rapporti sessuali retribuiti con una minore).

Berlusconi, sul divano di casa sua, parla con un giornalista di Canale 5, che più che fare domande agevola gli snodi del racconto chiedendo a Berlusconi la sua versione sui vari punti. Berlusconi racconta, in sintesi, di aver incontrato Ruby a casa sua ad Arcore, portata a una delle cene cui presenziavano amici e amiche, le seconde più giovani ed avvenenti dei primi, cene naturalmente senza episodi sessuali espliciti. Ruby racconta di avere 24 anni, di essere egiziana e parente di Mubarak, di essere perseguitata dalla sua famiglia d’origine e di essere scappata dall’Egitto perché i parenti non accettavano la sua conversione alla religione cattolica. Ruby mostra anche, in quell’occasione, alcune ferite in testa provocate da olio bollente, a suo dire.

La storia, compassionevole, non fa dubitare un attimo il nostro ex premier. Il quale si incuriosisce e prende a cuore la sventura di questa giovane. Si fida, non fa fare ricerche per verificare se effettivamente la ragazza fosse sincera o raccontasse frottole. E spiega di averle dato, come prestito ma senza pretendere la restituzione, 57mila euro per aprire un centro estetico in via della Spiga a Milano, non proprio una zona economica.

Si fida a tal punto, Berlusconi, che la notte del 27 maggio, quando in Questura arriva Ruby perché cacciata di casa dalla coinquilina, chiama in prima persona pur essendo impegnato in un summit a Parigi. Fa andare la consigliera regionale Nicole Minetti a seguire la vicenda. Il tutto per una ragazza vista in un paio di cene. A credere alla versione di Berlusconi viene da pensare una sola cosa: che sia davvero molto ingenuo.

E infatti, puntualmente, alla verifica della polizia Ruby si mostra per quella che è: minorenne, marocchina, di umili origini, scappata dalla famiglia d’origine, nessuna parentela importante. Ma questa parte delle scoperte di quella notte a Berlusconi non vengono comunicate, è la difesa, in quanto in quel momento l’ex premier è in viaggio da Parigi a Roma. Prima di salire sull’aereo Berlusconi è ancora convinto del racconto della giovane: è la nipote di Mubarak e vuole accelerare l’affido da parte della Questura per non offendere il presidente egiziano. Per questo manda la consigliera Minetti, per seguire da vicino il lavoro della Questura.

Il pm dei minori Fiorillo ordina che Ruby venga affidata a una casa famiglia, ma posto non si trova e l’ufficiale Iafrate decide, è sua facoltà, di affidare la giovane a Nicole Minetti nel frattempo sopraggiunta perché (è parte della deposizione della poliziotta mandata in onda): “Ho preferito affidarla a un consigliere eletto dal popolo italiano piuttosto che lasciarla in Questura una notte”. Scelta, spiegano gli ufficiali coinvolti, presa in autonomia e non dietro pressione del premier che ha solo chiesto, è ancora un passaggio della difesa, che la procedura venisse accelerata perché si trattava della nipote di Mubarak e non voleva scatenare un crisi diplomatica.

Berlusconi sottolinea che mai ad Arcore si sono verificate cene “piccanti”, solo riunioni conviviali. Che mai ha avuto rapporti intimi con Ruby, perché il suo racconto portava alla commiserazione. Nello speciale parla anche Niccolò Ghedini, avvocato della difesa, in quale sottolinea un punto incontestabile: nel processo si è puntato molto a verificare l’eventuale prostituzione ad Arcore per dimostrate l’attività prostitutiva di Ruby. Ma, aldifuori del reato indicato (la prostituzione con Ruby, reato in quanto la ragazza sarebbe stata minorenne all’epoca), Berlusconi non è accusato di aver avuto rapporti sessuali con ragazze maggiorenni e consenzienti. Semmai, questo è competenza del processo bis (a Fede, Mora e Minetti), che avrebbero indotto alcune donne alla prostituzione procacciando belle giovani per le famose cene di Arcore. Anche qui, la tesi difensiva è la solita: Berlusconi “utilizzatore finale”. 

Nello speciale contano più le lacune, davvero vistose. Ad esempio le centinaia di intercettazioni, anche tra Ruby e la Minetti, in cui emergono le continue richieste di denaro, la continua competizione per avere più denaro. Frasi come “più troie siamo, più bene ci vorrà”, o della stessa Minetti: “ci sono le disperate delle favelas”, rendono molto bene il clima effettivo delle cene. Quella ascoltata al telefono non è la casta Ruby, vittima delle angherie della famiglia d’origine, ma una ragazza ben più scaltra. Tutto ruota intorno a due domande: ma si prostituiva o no? Lei nega, ovviamente, Berlusconi esclude qualsiasi contatto fisico. E la seconda: gli ufficiali della Questura hanno subito pressioni o no per affidare quella sera la ragazzina a Nicole Minetti (solo una conoscente di Ruby) anziché continuare a cercare una casa famiglia come indicato fino a tarda sera dal pm Fiorillo? Loro negano, Berlusconi dice che non è suo costume “dare ordini”, lui convince le persone.

Tutto il resto, le intercettazioni, le incongruenze del racconto, la vita di Ruby dopo essere uscita dalla Questura insieme a Nicole Minetti, i racconti delle famose cene resi in Aula, molto divergenti dalle più schiette e a volte rustiche intercettazioni, da parte di ragazze ancora oggi “aiutate” economicamente dall’ex premier, sarà al centro della requisitoria del pm Boccassini. Che, a occhio, in aula racconterà tutta un’altra storia.

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