MILANO – Silvio Berlusconi è stato condannato e la sentenza diventa esecutiva, anche se sospesa. La Procura di Milano oggi 2 agosto emetterà un decreto di esecuzione della pena con sospensione. La sentenza della Cassazione sul caso Mediaset sarà poi inoltrata al Senato, come previsto dalla legge anticorruzione.
La Cassazione già la sera del 1° agosto ha inoltrato il dispositivo della sentenza che ha confermato la condanna a 4 anni di reclusione (tre coperti da indulto) per il Cavaliere alla Procura generale di Milano. Procura generale che ha poi trasmesso il dispositivo, come da procedura, all’ufficio esecuzioni della Procura di Milano e, in particolare, al pm Ferdinando Pomarici.
Berlusconi dovrà scontare solo un anno dei quattro della condanna, poiché tre anni sono stati cancellati dall’indulto e avrà un mese di tempo per chiedere, attraverso i suoi avvocati, misure alternative al carcere. Le opzioni per lui sono ora gli arresti domiciliari o l’affidamento ai servizi sociali.
Dato il periodo feriale del tribunale, i trenta giorni per presentare misure alternative decorreranno a partire dal 16 settembre ed i legali avranno tempo fino al 30 ottobre per presentare la richiesta. Se i legali non presenteranno richieste, sarà la Procura di milano a decidere e potrebbe optare, come già nel caso di Alessandro Sallusti, per la detenzione domiciliare, che dovrà essere valutata dal tribunale di sorveglianza.
Entro venerdì 2 agosto la Procura effettuerà poi l’invio dell’estratto esecutivo della sentenza al Senato, come previsto dalla Legge anticorruzione, che in caso di condanna definitiva comporta che la Camera di appartenenza, in questo caso il Senato, deliberi la decadenza della carica del leader del Pdl.
Il Movimento 5 stelle ha chiesto al presidente del Senato, Pietro Grasso, che già lunedì 5 agosto siano convocate la Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, perché sia “immediatamente votata la decadenza di Berlusconi“. La prossima settimana dunque al Senato potrebbe arrivare il voto, con scrutinio segreto, che deciderà se Berlusconi manterrà l’incarico da senatore.
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