ROMA – “Antidemocratica e illegale”. Queste le “parole chiave” della campagna televisiva anti decadenza di Silvio Berlusconi. Gli slittamenti sono ormai finiti e il 27 novembre in Senato arriverà il voto decisivo per l’esclusione o meno del leader del Pdl dal Parlamento.
Il Pdl si spacca e Angelino Alfano si prepara al lancio del suo partito del 7 dicembre, ma in pensieri per Berlusconi sono ben altri, scrive Carmelo Lopapa su Repubblica:
“Il Cavaliere ha altro per la testa, ieri è rimasto ad Arcore per il breafing con gli avvocati proprio in vista del 27 novembre. Anche perché, come lo hanno informato i senatori di fiducia, il Pd concederà non più di 48 ore di slittamento. Insomma, ci siamo. E a poco è valsa la lettera con cui i gruppi Pdl, Forza Italia, Gal e Lega al Senato hanno scritto al presidente Piero Grasso per chiedere il rinvio e la convocazione di un nuovo Consiglio di presidenza per «violazione del segreto della giunta per le elezioni» che ne avrebbe «inficiato i lavori»”.
E mentre Daniela Santanché si prepara a manifestare in piazza il 27 novembre, Berlusconi si è detto pronto a lanciare la sua campagna in tv anti decadenza:
“Il leader di Forza Italia non ci spera e gioca in contropiede. E vuole lanciarsi in settimana in una campagna tv per denunciare l’esclusione «antidemocratica e illiberale» dal Parlamento. La prima uscita ieri a Matrix è saltata per la tragedia in Sardegna”.
Intanto il leader di Forza Italia si prepara all’offensiva e a presentare facce nuove:
“Berlusconi intanto avrebbe selezionato 8 giovani, nel corso degli incontri a Villa Gernetto (lunedì sera l’ultimo), volti giovani e freschi da spedire nei talk show. Lunedì nuovo incontro con altri 120 ragazzi dei circoli di Dell’Utri a Milano. Mentre sabato sarà a Roma alla kermesse dei giovani Pdl (oggi Forza Italia) guidati da Annagrazia Calabria. Ritmi da campagna elettorale”.
Il rientro a Palazzo Grazioli di Berlusconi previsto per oggi, ma non è scontato (stasera è in programma la festa del Milan alla quale non è mai mancato). Il capo non ha alcuna voglia di riprecipitare nel vortice di incontri romani. Stavolta per sciogliere il nodo della scelta del capogruppo al Senato dopo le dimissioni di Schifani. Al tandem Paolo Romani-Annamaria Bernini si sono aggiunti in corsa Elisabetta Alberti Casellati, Francesco Nitto Palma, Altero Matteoli e Lucio Malan.
Nei capannelli in Transatlantico è rimbalzata la notizia che Berlusconi e Alfano continuano a sentirsi. Di più: il Cavaliere avrebbe ventilato al vicepremier una sua puntata alla convention del 7 dicembre per il lancio del Nuovo centrodestra. Falchi e lealisti l’hanno presa malissimo, Raffaele Fitto più degli altri. Berlusconi rassicura tutti: «Ho bisogno di evitare lo scontro con loro fino al 27 novembre».
Lasciando intendere che dopo, tutto può succedere. Ma i duri e puri non si fidano e si sono già lanciati in un’offensiva contro Alfano e i suoi. «Tratteremo i cugini come Saccomanni» avvertono dal Mattinale i dirigenti del gruppo alla Camera.
«Per Alfano siamo il partito della rabbia? La sua è disonestà politica e intellettuale» attacca Sandro Bondi. A ringalluzzire i forzisti e lo stesso leader il sondaggio ultimo di Alessandra Ghisleri, che riconosce a Fi il 20,1 per cento e al Ncd alfaniano il 3,6. Il vicepremier non se ne cura, altri lo danno tra il 7 e il 10, e coi suoi lavora all’organizzazione del partito: la scissione procede, dal gruppo Ppe a Bruxelles all’Assemblea siciliana.