Achille Lega è morto, fu giornalista di tipo raro in Italia

Achille Lega è morto, fu giornalista di tipo raro in Italia
Achille Lega

MILANO – Achille Lega, giornalista di rara capacità professionale e uomo di raro spessore, è morto a Milano dopo lunga malattia. Aveva 77 anni. Ha sempre cercato di trasferire nella professione di giornalista in Italia la lezione appresa lavorando, prima per una agenzia di stampa americana poi per la nostra Ansa, per vari anni negli Usa. Ha anche cercato di fare il sindacalista senza pregiudizi né paraocchi, da uomo libero come è sempre stato.

Franco Abruzzo, che lo ha avuto vicino negli anni in cui Achille Lega fu consigliere dell’Ordine dei giornalisti di Milano di cui Abruzzo era presidente, ha presentato sul suo sito il ricordo della Associazione Lombarda dei Giornalisti con questo titolo: “Addio ad Achille Lega, inviato di genio e sindacalista esperto e appassionato”.

Le parole che si leggono sul sito della Alg sono commoventi:

“Era una di quei giornalisti che riescono a conciliare una passione totale per il mestiere con l’impegno nel sindacato e negli organismi di categoria. Era arrivato alla professione da intellettuale, appassionato di questioni civili: la sua idea di società era legata ad Federalismo europeo, movimento liberal-democratico che mirava ad un futuro di pace e libertà, contro i nazionalismi che avevano avvelenato il primo Novecento e anche contro tutte le ideologie totalitarie.

Agli esordi lavorò a New York, per l’Ansa, e conobbe da vicino quel giornalismo forte e indipendente, tanto diverso da quello nostrano dell’epoca, dove i giornali avevano sempre una proprietà imbarazzante e invadente (“voci passive di bilanci attivi”)”.

A New York ebbe come capo Mauro Lucentini, uno dei giornalisti italiani con maggiori esperienza e visione internazionale, fra i primi a capire, anticipandola, la portata del ’68 nel libro “America che cambia”, uscito proprio quell’anno.

Achille Lega rientrò in Italia nel 1968 e tra i suoi primi servizi per l’ufficio Ansa di Milano fu la contestazione all’università Statale del professor Pietro Trimarchi, che Wikipedia sintetizza oggi così:

“L’11 marzo 1969 [Pietro Trimarchi] fu sequestrato in aula durante una sessione di esami alla facoltà di giurisprudenza presso lo stesso ateneo, e fu sottoposto ad un improvvisato “processo” da un gruppo di studenti fra i quali Mario Capanna”,

che da rivoluzionario è oggi in prima linea sulla conservazione dei diritti acquisiti, nello specifico il suo vitalizio.

Indimenticabile la foto di Pietro Trimarchi circondato dagli studenti dell Statale in uno dei primi atti di quella rivoluzione che in Italia ha fatto danni che paghiamo ancor oggi. Accanto a Trimarchi, Achille Lega, chiuso nel suo trench, sempre sul pezzo da vero cronista di razza.

Successivamente Achille Lega passò come inviato speciale al Giorno:

“Il quotidiano diretto da Italo Pietra era di proprietà dell’ENI, ma portava nell’informazione un’aria nuova: inchieste, reportages, denunce. Lega vi lavorò per vent’anni come inviato. Seguì nel 1974 gli sviluppi della strage di Brescia e due anni dopo pubblicò – insieme a Giorgio Santerini inviato del Corriere – il libro-inchiesta ‘Strage a Brescia potere a Roma’: trame nere e trame bianche, una delle prime iniziative di approfondimento senza reticenze sui misteri d’Italia.

Al Giorno fece parte per anni del Comitato di redazione (organo sindacale interno dei giornalisti), conducendo

“continue battaglie sia in difesa dei colleghi, sia per il mantenimento dell’anticonformismo originario del Giorno, che la politica voleva moderare, se non proprio spegnere. Lega fece parte con Tobagi, Santerini e Abruzzo del gruppo di giornalisti milanesi che fondarono nel 1978 la corrente sindacale Stampa Democratica, accolta all’inizio da grandi polemiche perché nasceva da una scissione del correntone che allora si chiamava Rinnovamento. 

Assunse poi incarichi nell’Ordine e nel sindacato, sempre su sollecitazione dei colleghi perché per carattere non cercava cariche. Tra gli anni ’80 e ’90 fu più volte consigliere dell’Ordine in Lombardia e nel consiglio nazionale. Infine, già in pensione, accettò per parecchi anni di presiedere il Collegio dei probiviri dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, mettendo così a disposizione della categoria la sua non comune esperienza di lavoro, sommata a quella di chi attorno al mestiere di informare aveva continuamente meditato, discusso e anche sostenuto memorabili polemiche.

Servizio funebre in memoria di Achille Lega mercoledì 23 settembre, a Milano nella sede della Casa di Riposo Saccardo, in via Saccardo 47″.

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