Aghi per Vaccino, in Italia non si sa quando. Ancora non hanno scelto chi li produrrà, il bando scade domani

Vaccino, in Italia, con un mese di ritardo rispetto a Gran Bretagna e Usa. Ma rischia di essere una corsa inutile perché forse non ci saranno gli aghi.

Aghi e vaccini. Senza gli aghi le iniezioni dei vaccini, e di qualsiasi altro farmaco, non si fanno. Ma non è così sicuro che, quando in Italia saranno disponibili i vaccini, ci saranno anche gli aghi per iniettarli. Vaccini forse ma gli aghi chissà.

Perché ci permettiamo di avanzare questo atroce dubbio? Per una frasetta scritta sul sito della Presidenza del Consiglio, sito ufficiale, testo ufficiale. Domenico Arcuri, commissario ad Omnia e forse a Troppo, promette che il vaccino arriverà a metà gennaio. Ma ci saranno gli aghi? Il sito della Presidenza informa che il bando per gli aghi scadrà il 9 dicembre alle 18. Cioè domani sera. Riusciranno i nostri eroi a  scegliere il produttore e fare produrre milioni in aghi in un mese, con Natale, Capodanno, Befana di mezzo?

Tutto nasce dopo un commentino sul sito Cronaca Oggi. com, raccolta e segnalazione di notizie e link che mi diverto a compilare. Il titolo e testo era: “Sul Pfizer guerra mondiale. Europa e America contro Gran Bretagna. Inglesi accusati di essere stati frettolosi. O è solo invidia per il colpo di teatro di Boris Johnson? Grazie a Pfizer  si è svincolato dall’attacco dei dissidenti del suo partito. Le agenzie Usa e Ue prendono tempo, non vogliono rischiare. Nessuno ci parla dei test sugli anziani”. 

Seguiva una constatazione: “Vaccino in Italia scomparso dalle home page dei grandi siti. Arcuri ha detto che arriverà a metà gennaio”.

Sandro Liberali, eccellente giornalista della vecchia scuola, ci ha tranquillizzato con un commento su Facebook: anche se avremo il vaccino,ha previsto, mancheranno gli aghi per iniettarlo.

“Prima che ci si possa vaccinare passerà tempo. Per fare un esempio: le siringhe scelte hanno l’ago avvitato dunque costano 5/6 volte di più delle normali e da quando sarà affidata la produzione (il bando scade il 9/12, come risulta dal sito del Governo) ci vogliono due o tre mesi per approntare (approntare) le macchine per poi iniziare a produrre.

“Il più grande produttore italiano (mezzo miliardo di siringhe l’anno) fornisce quelle “normali” alla Francia a milioni da settembre”.
 
Dettagli interessanti. Per una scelta certamente più che motivata e giustificata, l’Italia non si accontenta di aghi normali per iniettarci il vaccino. È stato scelto un tipo di ago più costoso e probabilmente anche più difficile da produrre. Tutto questo, con i tempi della burocrazia ministeriale che avvolge anche la scienza (cosiddetta) di Stato, si sono ridotti a fare il bando un po’ troppo in qua. Risultato: siamo a dicembre e ancora non si sa chi produrrà quegli aghi. Non possiamo che condividere i dubbi di Sandro Liberali. 
Intanto in Inghilterra hanno cominciato l’8 dicembre la campagna di vaccinazione di massa in 50 ospedali. E negli Usa il via è previsto venerdì 11. Povera Italia.
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