Aldo Grasso a Grasso: “Presidente del Senato, lasci stare Travaglio”

Pietro Grasso: a me la tv

Il nuovo presidente del Senato Piero Grasso è oggetto della pungente attenzione del quasi omonimo  Aldo Grasso, sulla prima pagina del Corriere della Sera della domenica delle Palme.

Il corsivo di Aldo Grasso è in apparenza simpatetico: esorta il Presidente del Senato a non infilarsi nel cunicolo dei confronti televisivi e conclude ricordando a Piero Grasso:

“L’alta carica dello Stato richiede rispetto, Palazzo Madama non è un salotto tv. Il «Grasso superfluo», il «Grasso che cola», il «Grasso animale» (piccola galleria di insulti elargita dai faccendieri della tv) sono io. Lei, non lo dimentichi, dev’essere il Grasso insaturo, quello «buono»”.

Con l’esperienza pluridecennale di critico televisivo sostiene una ovvietà che si più sembra invece sfuggire:

“Se ritiene che le accuse siano infamanti, trovi altre strade per ribadire la verità, non ceda ai talk show, dove non basta aver ragione”.

Invece, Grasso contesta a Grasso, c’è stata quella

“incauta telefonata a Santoro: «Voglio al più presto un confronto tv carte alla mano con Travaglio perché è brutto sentirsi accusare senza poter rispondere».

Marco Travaglio ha detto in tv quello che molti pensano e che Giancarlo Caselli, eterno rivale di Grasso come Coppi e Bartali, dice in ogni intervista:

“Grasso è molto furbo, è un uomo di mondo, non ha mai pagato le conseguenze di un’indagine, si è tenuto distante da ogni indagine su legami tra mafia e politica, ha preso distanze da Caselli, ha ottenuto 3 leggi dal governo Berlusconi per far fuori Caselli e per diventare procuratore antimafia”

Da qui la telefonata a Santoro in diretta e poi quello che Aldo Grasso definisce

“il ridicolo balletto degli inviti in quel covo di star. No a «Servizio pubblico» (che va in onda il giovedì) perché Grasso deve «mettere fine a queste accuse il più presto possibile», sì a Formigli che offre il lunedì e la sua «Piazza pulita». Ma Travaglio non ci sta, non vuole giocare fuori casa e allora Santoro chiede un’edizione speciale del suo programma, ma Grasso è impegnato. Tutti da Mentana per «Face the Fats»? Non si sa, vedremo”.

Grasso (Aldo) non riesce proprio a nascondere la sua delusione nei confronti dell’altro e ora anche più illustre Grasso (Piero):

“Sarebbe questo il famoso «metodo Grasso» («La sera mi sono addormentato Pietro e il mattino seguente, leggendo i giornali, mi sono svegliato “metodo”»), ovvero il cambiamento e la liposuzione del Paese sulle spalle di ex magistrati e della società civile?”

Un pizzico di vanità annebbia anche il Grasso in cattedra che rivendica addirittura di essere “titolare del marchio”, si presume società civile (come se le biblioteche di mezzo mondo non fossero piene di libri su questa incomprensibile e indefinibile casta), “sia pure in minima parte” (meno male). Poi una bella sciabolata sotto forma di consiglio:

“Più prudenza e cultura istituzionale. Finora, ovunque abbia agito, questa chimerica società civile è parsa spesso un’accozzaglia di dilettanti e pasticcioni. Ora arroganti ora vanitosi”.

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