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Angela Merkel riaccende antichi sospetti sui mandanti dell’assassinio di John Kennedy

Angela Merkel, nel suo libro di memoria “Libertà “, rievoca la notizia che sconvolse il mondo, collega due date memorabili e riaccende, seppur non volendo, antichi sospetti.

26 Giugno 1963, John Kennedy proclama “Ich bin eine Berliner”, io sono un berlinese, in una Berlino tagliata in due dal muro voluto da Kruschev per bloccare la fuga dei tedeschi dalla Germania est all’ovest.

Angela Merkel svegliata dalla madre

Angela Merkel riaccende antichi sospetti sui mandanti dell’assassinio di John Kennedy – Blitzquotidiano.it (foto Ansa)

22 novembre 1963, John Kennedy viene ucciso a fucilate a Dallas da Lee Harvey Oswald, apparentemente squilibrato, ex marine, un passato in Russia, moglie russa, filo comunista con simpatie nella estrema destra razzista americana.

Anni di inchieste non hanno dato alcun risultato. Una commissione parlamentare concluse che c’era stato un complotto, ma si fermò sulla soglia.

Rischio di guerra nucleare

Accusare i sovietici in tempi di guerra fredda avrebbe comportato una dichiarazione di guerra atomica.

Anche se Norman Mailer nel suo libro “Oswald’s Tale” non punta il dito, leggendo quelle pagine l’impressione di una esecuzione per conto del Cremlino è molto forte.

A giudicare dai Killeraggi operati dai servizi russi in epoca Putin la convinzione si rafforza.

Sono passati più di 60 anni da quel giorno. La cronaca in diretta dí Andrea Barbato per la neonata tv italiana ancora in bianco e nero rimane scolpita nella memoria dei vecchi.

Angela Merkel scrive. 22 novembre 1963. Entrando in camera mia, [mia madre] bisbigliò: «È successa una cosa terribile». Ero già a letto. Normalmente si sarebbe limitata a darmi la buonanotte, invece sussurrò: «John F. Kennedy è stato assassinato». Notai subito quanto fosse scossa. Erano passati solo alcuni mesi da quando il presidente americano ci aveva commossi fino alle lacrime con le parole Ich bin ein Berliner durante la sua visita ufficiale in città.

A leggere queste righe nel nuovo libro di memorie di Merkel, “Libertà”, il collegamento scatta immediato.

Kennedy fu punito per quella provocazione? I sovietici sul muro di Berlino non scherzavano. Si calcola che 137 tedeschi siano morti nel tentativo di scavalcarlo. Un americano, anche se presidente, non poteva permettersi certe battute.

 

 

Published by
Sergio Carli